E’ il giorno della verità per il governo, che ieri per tramite della sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ha chiamato il (presunto) bluff della Lega sul catasto minacciando la caduta dell’esecutivo nel caso non fosse ritirato l’emendamento soppressivo dell‘articolo 6 del disegno di legge delega fiscale. Il premier Mario Draghi non intende concedere altro tempo visto che considera la delega, insieme al ddl concorrenza e alla riforma del codice appalti, una delle tappe cruciali per garantire il rispetto della tabella di marcia del Pnrr. Forza Italia, che aveva sostenuto l’emendamento soppressivo, davanti all’aut aut si è offerta di mediare. Giovedì il centrodestra ne ha elaborato uno nuovo, sostitutivo, per “rafforzare l’impegno” a non aumentare le tasse sulla casa. Ma senza prevedere la mappatura dei valori di mercato degli immobili. Risultato: la proposta non è passata e il nuovo vertice di maggioranza con il governo a Chigi, convocato dopo che la riunione della commissione Finanze della Camera era stata sospesa, è finito con un’altra fumata nera.
“Non c’è la volontà di trovare una soluzione, c’è demagogia”, ha sostenuto Massimo Bitonci della Lega. “Il confronto va avanti”, afferma invece Francesco Boccia, del Pd. I lavori della commissione intanto sono ripresi e si sta facendo strada l’ipotesi di un ennesimo, probabilmente anche alla prossima settimana. Le note ufficiali contrapposte non lasciano ben sperare: per Antonio Martino, capogruppo di Forza Italia in Commissione finanze a Montecitorio, “sulla riforma del catasto il centro destra di governo con il suo lavoro fa venir fuori la vera volontà di Pd, M5s, Leu e Italia Viva: tassare la casa”. La Lega dal canto suo gioca ancora la triste carta della guerra: “In queste ore drammatiche la priorità è fermare la guerra valorizzando il ruolo dell’Italia, storicamente capace di grande equilibrio internazionale, ma con responsabilità e buonsenso la Lega è impegnata anche su riforme: l’obiettivo è impedire l’aumento tasse, da quelle su casa”. Sul fronte opposto, Pd, Iv, Leu, Azione e M5s fanno sapere che la proposta avanzata dal centrodestra di governo è accettabile solo se si reinserisce la mappatura dei valori di mercato, senza finalità fiscali.
L’articolo che il leader del Carroccio Matteo Salvini ha definito una “patrimoniale mascherata” ricalca in realtà in tutto e per tutto i contenuti di un analogo punto della delega fiscale del 2014, votata all’epoca dall’intero centrodestra. Prevede un aggiornamento della mappatura degli immobili affiancando ai valori catastali quelli di mercato, ma specifica esplicitamente che le nuove informazioni “non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi né, comunque, per finalità fiscali”. Secondo Fi, Lega e Ci e Nci servono maggiori garanzie: il loro testo – ancora in fase di limatura – prevede il coinvolgimento degli enti locali ma soprattutto specifica che “le informazioni rilevate non sono utilizzate né per finalità fiscali né per il computo“ dell’Isee né “per incrementare il gettito fiscale totale fatta salva l’emersione di base imponibile” grazie l’accertamento dei beni non accatastati.
L’emendamento chiede di sostituire per intero l’attuale articolo 6 della delega fiscale e tenendo “ferme le competenze dell’Agenzia delle Entrate in materia di classamento degli immobili” delega il governo a elaborare decreti attuativi “sentita la Conferenza Stato-città ed autonomie locali e le associazioni di categoria maggiormente rappresentative sul piano nazionale”, per individuare “gli immobili abusivi o parti di essi” con l’obiettivo di “modernizzare gli strumenti di controllo” per facilitare l’azione dell’Agenzia e direttive per i Comuni per accelerare “l’individuazione e, eventualmente, il corretto classamento, anche con forme premiali” di immobili non censiti o che non rispettano “la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita”, insomma gli immobili fantasma. Tra i criteri si chiede anche di prevedere “per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico-artistico adeguate riduzioni che tengano conto dei particolari e più gravosi oneri di manutenzione e conservazione nonché del complesso dei vincoli legislativi rispetto alla destinazione, all’utilizzo, alla circolazione giuridica e al restauro di tali immobili”.
Il testo delega anche il governo a “individuare appositi incentivi fiscali atti ad agevolare l’assicurazione dei beni immobili, anche ai fini di eventi calamitosi” e precisa che “le informazioni rilevate” non devono essere utilizzate a fini fiscali. All’esito della rilevazione degli immobili abusivi, all’ultimo punto si prevede che “il Governo trasmette alle Camere una relazione” su cui le commissioni competenti si devono poi esprimere in 30 giorni”.
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