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Accademia di Belle Arti di Frosinone - 2011

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di Angelo Vassallo (Direttore Accademia di Belle Arti di Frosinone)

ALTAROMA ALTAMODA 2011 con il corso di Fashion  design
Il progetto multimediale è declinato sui concept di Federica Delli Cicchi, Marta Ascenzi e Lidija Stanojcic, diplomate al Biennio specialistico del Corso di Fashion design. Martedì 1 Febbraio 2011 - ore 10,30 - Complesso Monumentale S. Spirito in Sassia, sala Lancisi (bus 64 dalla st. Termini)
Sono tre riflessioni sul tema dell'identità, ognuna a partire da modi differenti di sentire e vivere la realtà contemporanea, legata ai suoi confini fluttuanti e in continua trasformazione.
L'idea di partenza è la necessità di trattenere, inserire, unire sul filo sottile ma tenace della memoria e delle intuizioni il presente al remoto, l'ordinario a ciò che è straordinario.
Così in sinergia creativa Delli Cicchi, Ascenzi e Stanojcic "raccontano" con ago e filo, punto dopo punto una personale riformulazione di capi tradizionali per suggerire situazioni vissute e sofferte di identità e/o disidentità inesorabilmente connesse a questo nostro tempo. 
Il progetto materializza, infatti, diverse forme della ricerca di identità, che rimandano a abiti dismessi, a cesure non ricomposte, al disorientamento di genere, al corpo e alle modificazioni chirurgiche, alle ferite di confitti mai del tutto risanati.
Video, danza, musica sottolineano in passerella i tre momenti, evocando il ritmo di telai lontani,memorie di altri tempi e di identità radicate in un luogo. Gli abiti in passerella sono interpretati con minimali coreografie dagli allievi dell'Accademia Nazionale di Danza, che con i loro movimenti, simulando il percorso del #lo tra i rocchetti, mettono in evidenza le caratteristiche di ciascun progetto.

Federica Delli Cicchi F/M
Nove capi, tre dedicati alla donna e sei all'uomo. Entrambe le linee nascono dall' analisi di un busto ortopedico: rigidità, controllo, sofferenza,
modificazione, disagio fisico. Si parte dal confronto delle identità di genere per arrivare a nuove dimensioni dell'abito maschile per restituire quella sensualità e frivolezza perduta già dalla fine del '700. Artifici ed una identità costruita con elementi fetish modificati e riadattati: chiusure del busto ortopedico che si trasformano in cinture, gancetti che diventano chiusure per i pantaloni, rigonfiamenti appena accennati sulle giacche con nuove lunghezze. Materiali sintetici, lucidi, plasticati, per un abbigliamento innovativo ma controllato.

Marta Ascenzi RE PLASTIC CAMOUFLAGE
I nove outfit utilizzano il camoufflage non come grafismo, né ornamento da esibire, ma come strategia per indicare il corpo oggetto di metamorfosi con la pratica della chirurgia estetica.
Gli abiti simboleggiano le diverse fasi di interventi progressivi: rigonfiamenti eseguiti in maglia a rete e strategicamente collocati per simulare il grasso da eliminare, miriadi di pieghe e piegoline per una reinterpretazione dell'ossessione per le rughe. Seguono capi che ricordano gli orribili segni posti a fissare le aree sulle quali agire con il bisturi, indumenti post operatori senza forma in garza, fino ad arrivare al capo finale su un corpo perfetto.
 
Lidija Stanojcic_THE WAR
Gli abiti sono come pagine di un diario vissuto e sofferto da una giovane serba. Si parte dalle uniformi militari e dalle mutilazioni del corpo e dell'animo causate dai con!itti, per costruire capi dedicati alle donne, "guerriere" moderne, senza distinzione di razza, di colore e di religione.
Gli abiti si fondano su una ricerca che utilizza tutti i materiali possibili: plastica, spugna,polistirolo, gomma, tessuti tecnici, per creare volumi, forme, tridimensionalità ed evocare le lacerazioni delle identità che mutano necessariamente sotto i colpi della guerra. Un filo rosso unisce il bianco, che rappresenta la povertà umana e spirituale dei conflitti, al nero, che indica il buio e la sofferenza di chi la subisce e di chi, inerte, la guarda.
 
BIENNALE DI VENEZIA 2011 con giovani artisti formatisi in Accademia
La partecipazione italiana alla 54. Esposizione Internazionale d'Arte della Biennale di Venezia quest'anno ha tutti i caratteri dell'eccezionalità.
Il curatore del Padiglione Italia Vittorio Sgarbi ha elaborato un progetto ampio: gli spazi alle Tese delle Vergini ospiteranno oltre 200 artisti, indicati da scrittori, poeti, registi, uomini di pensiero, personalità di prestigio internazionale, volutamente non-critici d'arte, mentre alle Tese di San Cristoforo esporranno giovani artisti che si sono formati nelle Accademie di Belle Arti, selezionati da un apposito comitato scientifico.
La presenza delle venti Accademie di Belle Arti italiane con i loro più interessanti allievi, scelti tra tutti quelli che si sono diplomati a partire dal 2000, rappresenta il riconoscimento
del ruolo fondamentale che le Istituzioni di Alta Cultura svolgono per la formazione dei giovani artisti e, soprattutto, della loro funzione  nel sistema dell'arte in Italia. L'esposizione si pone l'obiettivo di dare particolare visibilità alla ricerca e alla produzione artistica, cresciute nei diversi laboratori di pittura, scultura, fotografia, grafica e video, per dare prova del valore della sperimentazione nel settore delle arti visive.
Per l'Accademia di Belle Arti di Frosinone i giovani selezionati sono tre: Stefano Giovannone, Ilaria Morgantie Alessia Zolfo, sono artisti appartenenti al territorio differenti per l'approccio metodologico e gli esiti formali, che grazie all'Accademia hanno avuto la possibilità di esporre nella più importante manifestazione di arte contemporanea. Negli importanti spazi delle Tese di San Cristoforo, attigui alla Corderie dell'Arsenale e  poco lontani dai Giardini di Castello, dove si svolge l'esposizione curata da Bice Curiger il primo presenterà un'installazione complessa in cui oggetti, musica e luce si fondono tra loro, mentre le altre due proporranno delle tele di impianto figurativo.
Tutto questo conferma l'importanza del ruolo svolto nella Ciociaria da questa Istituzione di Alta Cultura non solo espletando la sua funzione educativa e formativa, ma anche offrendo importanti possibilità ai suoi studenti: la partecipazione alla Biennale veneziana segue, infatti, la partecipazione ad AltaRomaAltaModa, al Salone del Mobile di Milano e al Festival del Cinema per Ragazzi di Giffoni e anticipa la grande mostra di Animalia all'Acquario romano - Casa dell'Architettura a Roma. A riprova di come l'Accademia si proponga di diventare un punto di riferimento per quanti si occupano o si interessano all'arte in questo territorio.

Stefano Giovannone
Nato a Isola Liri nel 1974 ha compiuto i propri studi prima presso l'Istituto Statale d'Arte 2° di Napoli ed il Conservatorio S. Pietro a Maiella di Napoli ed in seguito presso l'Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Tra le partecipazioni:
1998 "Premio Maurizio Marchese",  La Cuba d'Oro, Roma
1999 "Premio biennale di pittura Felice Casorati", Castello di Pavarolo e casa Casorati, Torino
2005 "Premio Celeste" Menzione speciale tra i segnalati a cura di Gianluca Marziani
2006 "I mobili vanno via" (personale), Studio Arte Fuori Centro, Roma, a cura di Loredana Rea
2009 "Tra-carte 3" , Fondazione Banca del Monte, Foggia - Museo della Carta e della Filigrana, Fabriano
 
Ilaria Morganti
Nata a Roma nel 1975 ha frequentato  il Liceo Artistico e l'Accademia di Belle Arti di Frosinone.
Principali  mostre e concorsi: 2010  Premio Terna,
Tempio di Adriano, Roma, a cura di Cristiana Collu, Gianluca Marziani- Artista
finalista; 2009 Codice 02, Chiostro del Bramante, Sala delle Sibille, Roma, a cura
di Stefano Elena e Natalia De Marco;
2009  Celeste Prize, Alt AEG Fabrik, Berlino, a cura di Steven Music, Mark Gisbourne, Claudio Sinatti  -  Artista selezionata per catalogo Celeste Prize;  
2004 Premio Arte, Palazzo della Permanente, Milano, Finalista;
2003  Concorso Nazionale di Pittura, La Spina Art Gallery, Pisa, Vincitrice 2° Premio;
2003 Concorso Nazionale di Pittura L'aria, Locali espositivi in Piazza Garinei, Trestina di Città di Castello, (Pg), a cura di Luciano Lepri, Chiara Sarteanesi, Francesca Mocci, Flavio Manni, Paolo Picozzi, Vincitrice 5° Premio.

Alessia Zolfo
E' nata a Napoli nel 1984, vive e lavora a Veroli.
Si è diplomata in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Frosinone dopo aver intrapreso gli studi in Filosofia. Insegna Arte e Disegno. Da dieci anni opera nel campo delle arti visive e ha partecipato a mostre ed eventi in Italia e all'estero. Vincitrice nel 2006 del Premio Pandosia e nel 2009 del Premio Morgese; nel 2010 è stata selezionata al Premio Arciere Isola di S. Antioco nella sezione Open curata da Vittorio Sgarbi; nel 2010 è stata selezionata al Premio Nazionale delle Arti promosso dal MIUR per l'Alta Formazione Artistica, al Premio Celeste Italia e all'International Prize di New York. Nel 2011 è stata selezionata da Paolo Levi per la mostra "Arte in Tricolore" a Torino. Le sue opere sono state presentate in diverse gallerie e spazi espositivi, per citarne alcuni: Palazzo Reale di Caserta, Ambasciata Araba d'Egitto a Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, Pinacoteca di Imperia, Sale del Bramante Roma, MUSAE di Milano, Technopolis di Atene.
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