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L’Europa va verso la green economy

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di Giovanna Mellano
Il Parlamento europeo il 23 giugno scorso ha votato in plenaria la risoluzione che chiede di innalzare entro l'anno la percentuale Ue relativa alla riduzione di CO2. Secondo il relatore del documento, Bas Eickhout, eurodeputato olandese dei Verdi, prima della fine del 2011 l'Unione europea dovrebbe decidere di ridurre le sue emissioni di gas serra del 30% entro il 2020, contribuendo a raggiungere l'obiettivo delle Nazioni Unite di limitare il riscaldamento globale di 2°, favorendo la crescita economica e creando nuovi posti di lavoro, secondo i dettami della green economy. Il Pacchetto clima dell’Unione europea del dicembre 2008 fissò i parametri 20-20-20 da raggiungere entro il 2020 ovvero: 20% di risparmio energetico, 20% di riduzione di CO2 e 20% di produzione di energia dalle rinnovabili.
Secondo l'eurodeputato, il passaggio ad una economia verde ha preso il sopravvento. “Anche i conservatori ormai riconoscono che la questione del clima è una questione economica. Il Parlamento europeo si sta muovendo su questo fronte, ed è sempre più chiaro che non c'è un conflitto fra ambiente ed economia”.
Un recente rapporto commissionato dal governo tedesco, citato dalla risoluzione, ha indicato che passando dal target del 20% a quello del 30%, l'Unione europea potrebbe guadagnare fino a 6 milioni di nuovi posti di lavoro. Inoltre l'Ue risparmierebbe in termini di riduzioni delle importazioni di gas e petrolio, fino a 40 miliardi di euro entro il 2020, considerando un costo di 88 dollari al barile, inferiore a quello attuale. Anche Greenpeace, nei rapporti Energy Revolution per il 2030 prevede un aumento di 8.5 milioni di posti di lavoro nel settore della energie rinnovabili.
Proprio le energie rinnovabili e l’efficienza energetica sono alla base della green economy: l’economia verde che sostiene lo sviluppo economico sostenibile quindi i benefici economici dovuti all’aumento del prodotto interno lordo, prendendo in considerazione l’impatto ambientale come i danni ambientali prodotti dall'estrazione delle materie prime, dal loro trasporto e trasformazione in energia o in prodotti finiti e anche il possibile riciclo o danno ambientale che produce la loro eliminazione definitiva.
Sono state fissate quindi misure economiche, legislative, tecnologiche volte a ridurre il consumo di energia e di risorse naturali, diminuire la dipendenza dall'estero; abbattere le emissioni di gas serra; ridurre l'inquinamento locale e globale e istituire un’economia sostenibile nel tempo, servendosi prevalentemente di risorse rinnovabili e procedendo al riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale.
Le principali linee guida per il passaggio ad un’economia verde indicate dall’Ue sono:

  • investire in risorse chiave a capitale naturale: risorse idriche, energie rinnovabili, risorse marine, biodiversità, agricoltura sostenibile, foreste, rifiuti e riciclo;
  • combinare strumenti normativi e di mercato: introdurre ecotasse, eliminare sovvenzioni controproducenti sotto il profilo ambientale, mobilitare risorse finanziarie pubbliche e private e investire in competenze e professionalità legate all’ambiente;
  • migliorare la governance e incoraggiare la partecipazione del settore privato.

Centrale per la green economy è l’agricoltura della quale molto si parla in Europa in vista della nuova Politica agricola europea, la Pac, in fase di studio per gli anni 2014-2020, che sarà più verde, più equa e più competitiva. Gli eurodeputati desiderano mantenere invariato fino al 2020 il bilancio Ue per questo settore, per far sì che agli agricoltori siano garantiti gli incentivi per fornire scorte di prodotti alimentari sicuri, per lavorare alla protezione dell'ambiente, per creare nuovi posti di lavoro e per assicurare la competitività del settore agricolo comunitario. L’Italia è un contribuente netto in quanto contribuisce per il 13% al bilancio europeo ma percepisce solamente il 10% delle risorse. Nella stessa seduta plenaria del 23 giugno scorso il Parlamento europeo ha quindi votato anche per la futura Pac. “Il voto invia un segnale chiaro e forte al commissario (Dacian Ciolos) e spero che la Commissione terrà presente il contenuto della relazione e lo incorporerà nella proposta legislativa finale”, ha dichiarato Albert Dess (PPE, DE), relatore della risoluzione. Il commissario all’Agricoltura Ciolos ha annunciato che le proposte legislative sulla Pac verranno presentate nell’ottobre prossimo al Parlamento e al Consiglio Ue.
A vent’anni dal primo “vertice della terra” di Rio, nel 1992, si sono fatti progressi contro la povertà e il degrado ambientale, ma ancora 1,4 miliardi di persone vivono in condizione di grave povertà e un sesto della popolazione del pianeta è denutrita, mentre le risorse naturali si esauriscono. Nel 2012 si svolgerà il quarto “vertice della terra”, Rio+20 che sarà incentrato su due temi correlati: economia verde nel contesto dello sviluppo sostenibile e della lotta contro la povertà e il quadro istituzionale per uno sviluppo sostenibile.
“L’ecologia umana è un imperativo”, anche per Papa Benedetto XVI che, con queste parole, durante l’udienza del 9 giugno ha richiamato l’umanità ai suoi doveri verso il pianeta, verso un creato affidatogli “in gestione da Dio”. E ha aggiunto: “Adottare uno stile di vita rispettoso dell’ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie pulite che salvaguardino il patrimonio della creazione e siano senza pericolo per l’uomo devono essere priorità politiche ed economiche”. Un “green Pope” che dopo l’orto biologico a Castel Gandolfo ha voluto il tetto solare in Vaticano: 2.400 pannelli fotovoltaici sopra la Sala Nervi, che forniscono 300 MWh l’anno.
L’Italia ha recepito la direttiva europea 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili col decreto legislativo n. 28, detto anche decreto Romani, del 3 marzo 2011. Il decreto definisce gli strumenti, i meccanismi, gli incentivi e il quadro istituzionale, finanziario e giuridico, necessari per il raggiungimento degli obiettivi fino al 2020. La quota complessiva di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo di energia da conseguire e stata fissata nel 17%, mentre la quota di energia da fonti rinnovabili nei trasporti nel 10%; fissa anche criteri di sostenibilità per i biocarburanti e i bioliquidi.


Energie rinnovabili e loro uso secondo il Dlgs n. 28/2011

Energia da fonti rinnovabili: energia proveniente da fonti rinnovabili non fossili, vale a dire energia eolica, solare, aerotermica, geotermica, idrotermica e oceanica, idraulica, biomassa, gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas.
Energia aerotermica: energia accumulata nell'aria ambiente sotto forma di calore.
Energia geotermica: energia immagazzinata sotto forma di calore nella crosta terrestre.
Energia idrotermica: energia immagazzinata nelle acque superficiali sotto forma di calore.
Teleriscaldamento o teleraffrescamento: la distribuzione di energia termica in forma di vapore, acqua calda o liquidi refrigerati, da una o più fonti di produzione verso una pluralità di edifici o siti tramite una rete, per il riscaldamento o il raffreddamento di spazi, per processi di lavorazione e per la fornitura di acqua calda sanitaria.
Biomassa: la frazione biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui di origine biologica provenienti dall'agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali), dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, comprese la pesca e l'acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde pubblico e privato, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani.
Bioliquidi: combustibili liquidi per scopi energetici diversi dal trasporto, compresi l'elettricità, il riscaldamento ed il raffreddamento, prodotti dalla biomassa.
Biocarburanti: carburanti liquidi o gassosi per i trasporti ricavati dalla biomassa.
Biometano: gas ottenuto a partire da fonti rinnovabili avente caratteristiche e condizioni di utilizzo corrispondenti a quelle del gas metano e idoneo alla immissione nella rete del gas naturale.
Centrali ibride: centrali che producono energia elettrica utilizzando sia fonti non rinnovabili, sia fonti rinnovabili, ivi inclusi gli impianti di co-combustione, vale a dire gli impianti che producono energia elettrica mediante combustione di fonti non rinnovabili e di fonti rinnovabili.


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