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Franz Hermann BRUENER nel ricordo di Alessandro Butticé

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di Alessandro Butticé
 
Premio Giornalistico Intertnazionale "Argil: uomo europeo"
Aula Magna dell'Università degli Studi di Cassino
25 novembre 2011

"Franz Hermann BRUENER nel ricordo di Alessandro Butticé"(1) 

Signor Presidente del Premio, Magnifico Rettore,

Signor Vicepresidente della Commissione Europea,

Signore, Signori,

mi è stato chiesto di ricordare chi era Franz-Hermann Bruener, alla cui memoria è dedicata la sezione "Comunicare l'Europa" del Premio "Argil: uomo europeo", che quest'anno va al Vicepresidente della Commissione Europea, On. Antonio Tajani.
Franz Hermann Bruener, era un magistrato tedesco. Bavarese per la precisione, visto che la Giustizia, in Germania, è amministrata dai Länder.
Prima di lasciarci a seguito di una improvvisa malattia nel gennaio dello scorso anno, è stato per quasi dieci anni, esattamente dal 1° marzo 2000 al 9 gennaio 2010, il primo direttore generale dell'OLAF, l'Ufficio Europeo per la lotta alla Frode. 
In buona parte di questi dieci anni, esattamente fino al 16 novembre 2009, ho avuto il privilegio e l'onore di esserne stato il Portavoce ed il Capo dell'Unità Comunicazione.
È quindi con piacere, ed una certa commozione, che ricordo oggi il mio compianto Direttore Generale.
Il fatto che alla sua memoria sia dedicata questa sezione del premio Argil, può spiegare facilmente, a chi non ha avuto il privilegio di conoscerlo personalmente, chi era Franz Hermann Bruener.
Era, innanzitutto, un uomo europeo, proprio come Argil, cui è dedicato questo premio e questa eccellente iniziativa.
Un uomo nato nel 1944, e quindi cresciuto e formatosi in piena rinascita della Germania, uscita distrutta dalla Seconda Guerra Mondiale. Diplomatosi presso una delle più prestigiose scuole tedesche, ha prestato il suo servizio militare in un reggimento di artiglieria da montagna. Servizio militare che gli é stato allungato a seguito dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia.
Nel 1968 ha iniziato una carriere nel campo commerciale, prima di completare i suoi studi universitari in Diritto, Economia e Scienze Politiche nel 1976, presso l'Università di Monaco di Baviera.
Da lì l'inizio della sua carriera giudiziaria, prima come giudice istruttore e poi giudice, successivamente come pubblico ministero, prima di divenire procuratore capo a Berlino, dove, dopo la caduta del Muro, svolse anche la funzione di Pubblico Ministero nei processi contro figure di primo piano dell'ex DDR, tra i quali lo stesso leader della Germania Est,  Erich Honecker.
Franz-Hermann Bruener dimostrò sempre una spiccata attitudine per le indagini contro la criminalità finanziaria ed economica, e nel 1998 assunse l'incarico di Capo dell'Unità Antifrode dell'Alta Rappresentanza delle Nazioni Unite per la Bosnia and Erzegovina.
Nel marzo del 2000 giunse a Bruxelles, quale primo direttore generale dell'OLAF. Con la sua nomina, la stampa europea non mancò di sottolineare la sua indipendenza di magistrato e uomo della legalità. 
Avviando l'attività dell'OLAF in un delicatissimo periodo istituzionale, che seguiva le prime dimissioni della Commissione Europea, per sospette frodi e irregolarità, dispensò ogni sua energia nella definizione della struttura organizzativa e della strategia investigativa dell'OLAF. Non fu immune anche da difficoltà, che affrontò sempre con grande determinazione, ma con la forza della calma e del rigore della sua indipendenza e della sua grande onestà e integrità.
A seguito dei successi ottenuti nel suo primo mandato quinquennale, ottenne nel febbraio del 2006 la conferma per un secondo mandato da parte della Commissione, del Parlamento e del Consiglio. Mandato che non riuscì però a terminare, perché stroncato da un'incurabile malattia, che non gli evitò però di dedicarsi sino alle ultime ore della sua vita al mandato che aveva ricevuto.
I principali risultati che sono unanimemente riconosciuti a Franz Hermann Bruener sono quelli di avere reso l'OLAF, un giovane servizio investigativo europeo, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Non è un caso che la sala magna dell'Accademia Anticorruzione Europea di Vienna sia dedicata alla sua memoria. Come non è un caso che Franz Hermann Bruener sia considerato un grand Monsieur non solo a Bruxelles, ma anche a New York e Washington, sedi delle Nazioni Unite e della Banca Mondiale.
Dalla Cina al Sud Africa, dall'Atlantico al Mediterraneo, il suo nome è sinonimo di Europa della legalità contro l'internazionale del crimine.
 Franz Hermann Bruener è stato anche un maestro della trasparenza e dei rapporti con i media nel rispetto della legalità. I rapporti con la stampa dell'OLAF, sotto la sua guida, sono stati di grande apertura, sempre limitati però dal rispetto della legge, compreso il rispetto del segreto investigativo e dei diritti di tutti: compresi quelli delle persone soggette a indagini.
La sua politica di comunicazione e dei rapporti con la stampa, di cui chi vi parla, come portavoce, è stato il principale esecutore, era quella della trasparenza nella legalità assoluta. Per un uomo di legge ed un Magistrato con la M maiuscola come Franz Hermann Bruener, il fine non giustificava mai i mezzi. I mezzi dovevano sempre essere quelli consentiti dalla legge e nel rispetto dei diritti fondamentali. In questa politica non c'era spazio per le fughe di notizie e per un rapporto di complicità tra investigatori e giornalisti. C'era invece lo spazio per la creazione di una nuova politica di mutuo rispetto tra giornalisti e investigatori. Con Franz Hermann Bruener l'OLAF ha inaugurato un'inedita politica di comunicazione e informazione come strumenti di lotta alla frode, coinvolgendo i servizi investigativi di tutti i 27 Stati Membri dell'Unione Europea e le associazioni nazionali della stampa, oltre la Federazione Internazionale dei Giornalisti. Da questa nuova politica è nata una tavola di discussione, prima al mondo, tra giornalisti e investigatori europei, che è spesso stata presa ad esempio dalle Nazioni Unite e da diversi Paesi oltre Europa, dagli Emirati Arabi ad Honk Kong, dall'Algeria al Qatar.
Concludendo, voglio anche ricordare che Franz-Hermann Bruener è stato anche un estimatore del nostro Paese, sostenendo più volte pubblicamente che La reputazione di capitale della frode che l'Italia ha avuto per anni non rende giustizia né alla realtà delle cose né agli sforzi, davvero esemplari, che l'Italia ha compiuto e continua a compiere nella lotta alle frodi ai danni degli interessi finanziari dell'Unione Europea. 
In un'intervista ad un organo di stampa italiano, qualche mese prima della sua scomparsa, ha ricordato come l'Italia sia uno dei Paesi in cui si scopre annualmente un numero molto elevato di frodi e irregolarità. "Non bisogna però dimenticare - sottolineava all'intervistatore - che é' anche il Paese che dispone degli arsenali di protezione penale e investigativa tra i più avanzati a livello europeo. E per noi é molto più facile indagare in Italia che in altri Paesi. Gli strumenti di indagine utilizzati in Italia sono tra i più avanzati al mondo. Nella lotta alle frodi comunitarie si usano strumenti di indagine avanzatissimi: si pensi alle intercettazioni telefoniche e ambientali. Strumenti raramente utilizzati nella maggiora parte degli altri Paesi per tali tipi di illeciti. Le forze di polizia e la magistratura italiane dispongono di strumenti che spesso vengono invidiati dai colleghi di altri Paesi. È quindi abbastanza naturale che i casi scoperti siano superiori". 
È anche per questo che Franz-Hermann Bruener, un gentiluomo dai tratti affabili e dai modi sempre gentili e rispettosi del prossimo, verrà ricordato nella storia della costruzione europea come un grand Monsieur dell'Europa della legalità.

note

(1) Il contenuto di quest'articolo non riflette necessariamente la posizione dell’OLAF o della Commissione Europea. Le informazioni e le opinioni qui esposte impegnano esclusivamente l’Autore.
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