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Maria Damanaki, a Roma per discutere il “Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ” FEAMP

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di Giovanna Mellano
Il commissario europeo per la pesca Maria Damanaki, a Roma per discutere con il Parlamento italiano e con il ministro per le Politiche agricole, alimentari e forestali Mario Catania il “Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP)” per la gestione nel periodo 2014-2020; obiettivo principale aiutare i pescatori a effettuare la transizione verso una pesca sostenibile. Altro tema trattato, il regolamento per la pesca nel Mediterraneo.
Lo scorso giovedì 15 marzo, la commissaria ha incontrato il ministro dell’Agricoltura Mario Catania il quale ha confermato che “tra la commissione Ue e il governo italiano c’è una forte convergenza sulla politica della pesca”. Catania ha dichiarato che “anche se negli ultimi anni c’è stato qualche segnale di miglioramento, la situazione degli stock resta grave. E sia io sia Maria vogliamo che i nostri nipoti abbiano un mare pieno di risorse, ma anche di pescatori!”. Sul negoziato della nuova politica europea della pesca sono molte le situazioni che vanno risolte, ma ha aggiunto il ministro “ci lavoreremo nei prossimi mesi”.
“Già l’anno scorso – ha spiegato Damanaki, – abbiamo investito 100 milioni di euro per rendere sostenibile la pesca nei mari del nord. Quello che stiamo facendo ora è lavorare per la stessa sostenibilità nel mare Mediterraneo”. “Se la tabella di marcia non rallenta, entro il 2022, – secondo il commissario Ue – riusciremo ad avere il 30% in più per quanto riguarda l’occupazione dei nostri pescatori e il 25% in più per quanto riguarda il loro reddito”.
Venerdì 16 marzo la commissaria ha incontrato i pescatori e i rappresentanti sindacali del settore. Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil, in un comunicato congiunto hanno espresso preoccupazione per il settore e dichiarato il loro impegno “per far sì che i lavoratori dipendenti del settore della pesca possano beneficiare delle risorse e degli strumenti messi in campo dal nuovo fondo europeo per la pesca e gli affari marittimi 2014-2020. 
Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil hanno evidenziato che “a fronte di una stima fatta dalla Commissione europea che prevede la perdita in Europa di 23.000-25.000 posti di lavoro a seguito dell’attuazione della nuova politica comune per la pesca, non esistono, nella proposta del nuovo Feamp né la definizione di lavoratore, né la previsione di specifiche misure sociale per far fronte a questa situazione, né l’eventuale indicazione agli stati membri di farsi carico di questa vera e propria emergenza sociale annunciata”.
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