di Lorenzo Pisoni
Le Isole Far Oer rappresentano oggi un ambiente moderno, tranquillo. Le Isole appartengono alla Danimarca e quindi rappresentano un pezzo di Unione Europea nell’Oceano Atlantico
Si chiamano Føroyar, nella lingua locale e in danese – sono isole danesi,– Færøerne. Il nome viene tradizionalmente tradotto come “isole delle pecore”, ma è più probabile che significhi “isole lontane”.
Le isole Fær Øer fanno parte dal punto di vista istituzionale del Regno di Danimarca, ma a partire dal 1948 godono di larga autonomia in quasi tutti gli aspetti della politica interna. Hanno un proprio parlamento, formato da 33 membri, e un primo ministro. Il suo governo è formato da otto ministri, tra cui un ministro per la Pesca, la principale attività economica delle isole.
Qui molti abitanti iniziano a lavorare nella pesca molto presto.
L’indipendenza rappresenta la principale questione politica locale. I primi insediamenti nelle isole Fær Øer risalgono all’ Alto Medioevo quando arrivarono qui monaci irlandesi o scozzesi, ma la prima massiccia immigrazione fu dalla Norvegia e dagli altri arcipelaghi vicini alla costa norvegese. Le isole Fær Øer, quando la Norvegia si unì alla Danimarca (unione di Kalmar), alla fine del XIV secolo, seguirono lo stesso destino, ma l’influenza danese crebbe fino a diventare predominante. Fino al 1814 i regni di Norvegia e Danimarca rimasero uniti, e allora si stabilì che le Fær Øer dovessero restare alla Danimarca, che le amministrò a lungo come se fossero una qualsiasi provincia.
La moneta di qui è la corona Faroese (vale anche la corona danese).
Nelle isole Fær Øer fa freddo, data la posizione geografica. Le temperature medie annuali oscillano tra i tre gradi di gennaio e gli undici di agosto. Il paesaggio è collinare e roccioso, le coste sono molto frastagliate e quasi sempre a picco sul mare, con insenature e stretti canali tra un’isola e l’altra: costruire strade è sempre stato difficile, ma a partire dagli anni sessanta si è rimediato con ben diciannove tunnel sotto gli stretti bracci di mare e attraverso le colline (altri tunnel sono in progetto).
Per poter raggiungere le Isole Far Oer bisogna arrivare a Londra (Stansted) oppure ad Edinburgo per prendere l'aereo diretto a Vagur (l'aereoporto delle Far Oer). La pista di atterraggio è in un fiordo e l’arrivo spettacolare. L’aereoporto é piccolissimo, un gate di ingresso e uno di uscita.
Per entrare alle Isole Faroe i cittadini italiani hanno bisogno della carta d'identità.
Le Isole Faroe sono autentiche, incontaminate e intenzionate a restarlo. L'arcipelago è composto da 18 isole abitate e 12 non abitate; qui predomina il verde, nascosto dalle frequenti nebbie. Percorsi per il trekking e la fauna, attirano qui sempre più turisti.
La popolazione è di 48433 abitanti (1 giugno 2008). Di questi 19.500 persone vivono nelle città di Tórshavn, la capitale con centri commerciali molti costosi, Hoyvík, Argir, Kaldbak e Kollafjørður, mentre ca. 5.000 persone vivono a Klaksvík, la seconda città delle Isole Faroe.
Viaggiare con l’autobus è molto comodo e con l’abbonamento si possono prendere tutti i traghetti e tutti i bus.
Facciamo un giro per le città e per le varie isole dell’arcipelago.
Eidi, città davvero piccola ma bellissima, il viaggio per raggiungerla è davvero mozzafiato. Da Eidi si può raggiungere Gjogv all’interno, un villaggio con case con tetti di torba, e l’acqua oceano che sbatte sulle scogliere. Vestemanna -non è grande, qui si può visitare la prima centrale idroelettrica delle Far Oer (queste isole utilizzano per l'80% energia rinnovabili). Le scogliere di Vestemanna sono davvero grandi. Qui si vedono moltissimi tipi di uccelli con i loro nidi. Trollanes: 5 abitanti un posto più tranquillo. Isola di Suduroy – quella più a sud bella con fiordi, scogliere. Isola di Sorvagur quella più a est, meno modificata dall'uomo... Qui le pulcinelle di mare (l'uccello simbolo delle Far Oer) si avvicinano tantissimo.
Far Oer ovvero supernatura.
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