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Temi che scottano: famiglia, lavoro e riposo

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di padre Gianfranco Grieco
La situazione italiana e internazionale viene quotidianamente scossa da un serie di eventi più negativi che positivi su alcuni temi scottanti come la famiglia, il lavoro e  il giorno festivo.
Quanto è accaduto  a Brindisi e a Mesagne e quanto ha detto il presidente Monti ai giovani che sono in attesa del posto di lavoro, pongono il VII Incontro mondiale delle famiglie che si apre  nel capoluogo lombardo dal 30 maggio per chiudersi domenica 3 giugno, al centro di un dibattito che va oltre Milano 2012 per inserirsi in quel contesto di globalizzazione dei problemi che, da alcuni anni a questa parte, turbano non solo le masse popolari ma anche quanti hanno la responsabilità sul presente e sul futuro delle nazioni.
La famiglia ferita, uccisa, emarginata, offesa, turbata deve ritornare ad essere al centro di una proposta umana, sociale e religiosa capace di essere un costante punto di riferimento per la crescita della società. La famiglia è una risorsa per la società, non è un peso. La famiglia sana costa di meno alla Stato della famiglia malata. Cosa fare, quindi? Occorre educare, prevenire, indicare mete umane e sociali che non travolgano i valori di ieri, ma siano dei costanti punti di riferimento per tutti. I valori umani e sociali sono insiti alla natura dell’uomo e della donna. L’uomo non può separare o distruggere quanto è insito nel suo cuore.
Come la famiglia, anche il lavoro torni ad essere la vera preoccupazione di coloro che sono stati posti al servizio degli altri. Dare lavoro, trovare lavoro, cerare lavoro deve essere il tormento di questa società tecnologica che ha già messo la macchina al posto dell’uomo ed ora lo emargina sempre più. Ogni capitale  umano è degno di attenzione e di  rispetto. Il lavoro è un <capitale umano> che compie prodigi. Bisogna convincersi che viene prima l’uomo e poi il lavoro, o meglio, il lavoro costruisce l’uomo e l’uomo crea il lavoro. La catena di montaggio di una volta, si è forse spezzata, ma occorre rimetterla in moto, saperla guidare senza farsi schiacciare da essa. Il lavoro è libertà, è crescita, è sviluppo. Uomo = a lavoro. E lavoro = a uomo. Coniugare questo rapporto non è facile, ma è doveroso.
Inoltre, il riposo. Personale e familiare, collettivo e comunitario per dare spazio agli affetti e alla crescita dei  sentimenti religiosi. La domenica, come giorno di Dio e come giorno dell’uomo, deve ritornare ad essere il motore di ogni <nuovo inizio> familiare, sociale e lavorativo.
Rimettiamo ordine al nostro stile di vita. Vivremo, forse,  più sereni e, con quella serenità che può dirsi perduta.
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