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Minsk nella lontana Bielorussia

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di Lorenzo Pisoni
Minsk è la capitale della Bielorussia, con 1.634.000 di abitanti, una città che è stata sempre al centro di lotte etniche, politiche e religiose. 
Fondata nel 1067, è una delle città più antiche del centro Europa. La  leggenda narra che un gigante di nome Menesk o Mincz possedesse un mulino sulle rive del fiume vicino alla città, nel quale macinava le pietre per fare pane con cui nutrire i suoi guerrieri. Il nome "Minsk", deriva più probabilmente dalla parola ???? (miena, "baratto" in italiano),  che indica un passato di grandi commerci per la città.
Nel  X secolo, Minsk era parte del  principato di Polatsk.  Minsk diventò  presto parte del  Granducato di Lituania, che fu poi inserito nello stato Polonia-Lituania.
Nel 1655 lo  Zar  russo Alessio conquistò Minsk,  che ritornò a far parte della Confederazione polacco-lituana e nel 1773, in seguito alla terza spartizione della Polonia nuovamente annessa all'Impero russo, diventò il capoluogo della Gubernija di Minsk.
Nel corso della guerra russo-polacca, la città fu controllata dalla Seconda Repubblica di Polonia, poi venne ceduta all'Unione Sovietica e divenne la capitale della RSS Bielorussa, una delle repubbliche costituenti l'Unione Sovietica. Nel 1919 e fino allo scoppiare della  seconda guerra mondiale la città venne abbellita con la costruzione di importanti e bellissimi edifici come l’Accademia delle Scienze, la Casa degli Ufficiali, la Casa della Stampa, l’Università, il Teatro dell’Opera e del Balletto. Durante la Seconda Guerra Mondiale la città, che vide l'occupazione prima dell'esercito tedesco poi di quello sovietico, nel 1944 venne quasi completamente distrutta e solo pochi edifici storici sono rimasti: il centro e il nodo ferroviario furono completamente rasi al suolo, complessivamente furono distrutte circa l’80% delle abitazioni.  I morti per la guerra furono così tanti che per tanti anni si assistette all’arrivo di flusso di forza lavoro russa per rimettere in moto il paese.
Dal 1991 la città è diventata la capitale della Bielorussia, sempre descritta come un tratto di terra pianeggiante e monotono a cavallo nel percorso più breve tra Mosca e la frontiera polacca. È pianeggiante, d'accordo, ma non monotono. Ampi boschi di betulle incontaminati, vaste paludi ricoperte di foreste e villaggi con le case in legno situati nel mezzo di campi verdi e neri, conferiscono alla Bielorussia una bellezza che non si può scordare.
Minsk , attraversata da  importanti vie di comunicazione, è la sede di imponenti industrie metallurgiche, grafico-editoriali, tessili, alimentari, conciarie e del legno. La città ha un'università e vari istituti di medicina e pedagogia, un Politecnico e un'Accademia delle Scienze.  
Gli edifici della città presentano delle  facciate monumentali e le strade sono ampie e contorniate  da grandi parchi. L’atmosfera è frenetica e cosmopolita. La ricostruzione  è avvenuta con uno stile architettonico caratteristico, che non annullasse l’identità di Minsk con un modernismo privo di radici storiche.  
La strada principale, praspekt Skaryny, è un viale enorme. La ploscha Nezalezhnastsi (Piazza dell'Indipendenza) si trova  all'estremità sud-occidentale della strada, lunga 500 m, è circondata dagli edifici governativi e dalla chiesa cattolica polacca di San Simone. Su due lati dal tortuoso fiume Svislach si trova il Parco Janki Kupaly  dove  è possibile visitare la casa in cui il Partito Comunista Russo tenne illegalmente il suo primo congresso nel 1898. Nella  Città Vecchia, a ovest di praspekt Skaryny, è possibile visitare  la Cattedrale in stile barocco di St. Dukhawski, che faceva parte di un convento bernardino polacco. Gli edifici del monastero sono stati restaurati e oggi sono sede di un'accademia musicale. Nella zona a est del fiume Svislach,  il Quartiere Trinità - è stato ricostruito secondo lo stile tipico del XVII e del XVIII secolo. Poco distante, sorge la Chiesa di Santa Maria Maddalena, costruita nel 1847, con un campanile ottagonale a punta e una grande cupola.
La città e i suoi abitanti sono molto aperti ai turisti che vengono dall’Europa, anche se qui ce ne sono ancora pochi e l’economia è in forte evoluzione dati anche i bassi costi della manodopera.
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