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La D.I.A. (Direzione Investigativa Antimafia) compie venti anni

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di Carlo Felice Corsetti
Nell'Aula Magna della Scuola di Perfezionamento per le Forze di Polizia, all'interno dell’ex convento di S. Priscilla, ha avuto luogo la cerimonia di celebrazione del ventennale dell’Istituzione della DIA, con la partecipazione del Ministro dell’Interno, dei Vertici delle Forze di Polizia e di rappresentanti della stessa Direzione.
Significativa e densa di emozioni la presenza di funzionari/ufficiali del “passato”, che hanno potuto salutare i colleghi di oggi e di ieri e verificare con orgoglio l’ottimo stato di salute della c.d. “FBI italiana”.
Nell’occasione è stato presentato un francobollo commemorativo emesso da Poste Italiane Spa.
Beni sequestrati per dodici miliardi, beni confiscati per tre miliardi di euro.
Seimila provvedimenti restrittivi eseguiti (ordinanze di custodia cautelare in carcere, fermi di indiziato di delitto, arresti in flagranza di reato, ordini di carcerazione, cattura latitanti).
Questi in sintesi i numeri dell’attività operativa nel ventennio.
Inoltre i dati, disponibili dal 2009, sul monitoraggio di società ed imprese collegate, impegnate nella realizzazione di opere pubbliche, riportano oltre seicento accessi ai cantieri, quattromila imprese monitorate e ventottomila persone controllate.
Risultati complessivi di tutto rilievo che confermano a distanza di anni la bontà della scelta del Legislatore.
La Direzione Investigativa Antimafia nasce con il D.L. n. 345/1991 del 29 ottobre 1991 , convertito in Legge n. 410 del 30 dicembre 1991, con una composizione interforze suddivisa tra Arma dei Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza, con competenze specifiche su analisi e indagini per i delitti di associazione di tipo mafioso.
Alla sua gestione amministrativa e tecnico-logistica provvede il Dipartimento della Pubblica Sicurezza con personale dell’Amministrazione Civile dell’Interno.
La complessa attività della Direzione fa capo a tre Reparti della struttura centrale (I Reparto “Investigazioni preventive”, II Reparto “Investigazioni giudiziarie” e III Reparto “Relazioni internazionali a fini investigativi” ), e alle articolazioni periferiche costituite da dodici Centri operativi (Milano, Torino, Genova, Padova, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Caltanissetta) e otto Sezioni operative (Trieste, Bologna, Salerno, Lecce, Catanzaro, Trapani, Messina, Agrigento).
Fra gli obiettivi strategici il contrasto all’accumulazione di patrimoni illeciti (con le misure di prevenzione), il contrasto alle infiltrazioni mafiose nel sistema dei pubblici appalti ed il contrasto all’uso del sistema finanziario per fini di riciclaggio (segnalazioni di operazioni finanziarie sospette).
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