di Pier Vittorio Romano
La comunicazione è una delle attività, probabilmente la più importante, che caratterizza le società contemporanee. Per le organizzazioni complesse, e quella militare non fa eccezione, che perseguono obiettivi di efficacia ed efficienza, la comunicazione è lo strumento principale e si basa su valori fondanti permeati di un fortissimo contenuto etico, il consenso e la legittimazione funzionale, utile oltremodo anche a mantenere alta la motivazione dei suoi componenti.
Nel “villaggio globale” delle nostre società contemporanee, al ruolo di primo piano assunto oggi dai mezzi di comunicazione di massa corrisponde l’accresciuto interesse verso tutto il comparto Difesa. In quest’ottica si pone in evidenza la necessità di un costante e proficuo rapporto con gli organi di informazione teso ad illustrare l’operato delle Forze Armate, in Patria ed all'estero, secondo canoni di equo trattamento, obiettività dell’informazione e univocità d’indirizzo. Tale sensibilità nei confronti delle televisioni, radio e carta stampata, in ragione dell’attuale contesto sociale e dell’importante contributo da essi fornito nell'orientare l’opinione pubblica e le future scelte istituzionali, reca con sé la necessità di fornire risposte adeguate in tempi ristretti. In tale quadro di situazione emerge con sempre maggiore intensità la necessità di operare con una sempre crescente professionalità, al fine di evitare ogni possibile illazione sull'operato delle nostre Forze Armate innescata da comunicazioni omissive o ritardate.
Proprio in tale ottica, da quasi un decennio, lo Stato Maggiore della Difesa, in concorso con varie organizzazioni (Ordine dei Giornalisti, Federazione Nazionale della Stampa, Institute for Global Studies, Università di Tor Vergata, per citarne alcune), organizza corsi che hanno lo scopo di mettere i frequentatori nelle condizioni migliori per operare nel complesso ambiente militare, soprattutto nell'ambito delle operazioni all'estero. Vengono forniti gli strumenti e il supporto. Il diritto inalienabile della libertà di stampa è rispettato con l’auspicio che venga tenuta nella debita considerazione la riservatezza necessaria allo svolgimento operazioni militari, limitata a quelle particolari informazioni che non devono essere divulgate per la sicurezza dei reparti che stanno operando e degli stessi operatori dei media, che stanno seguendo da vicino le operazioni. Chi segue da vicino le vicende delle Forze Armate sa che questo vincolo mai diventa censura.
L’operatore dei media, soprattutto quando vi sono circostanze particolarmente sensibili, deve capire che una missione è fatta di uomini, di logistica, di sistemi d’arma, di regole, di comandi e reparti o unità che eseguono quanto programmato. Bisogna, cioè, che si prenda conoscenza di questa complessa organizzazione che sono le Forze Armate, capirne le finalità ed il “modus operandi” soprattutto nelle condizioni operative fino a raggiungere una visione “olistica” della Difesa, non episodica e precostituita.