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E parliamo ancora di civiltà?

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di padre Gianfranco Grieco
In Brasile, in Romania, nel Bangladesh e in tanti paesi dell’Africa i bambini di strada  conducono una vita che non è vita. Sono schiavi c che vivono ai margini della società del benessere; vivono sotto terra e nei tombini. Non hanno presente e non hanno soprattutto futuro.
Quelli Dhaka sono conosciuti come Pothoshishu. La strada è il luogo dove essi si guadagnano da vivere. In Bangladesh sono circa 400 mila. Quasi la metà vivono a Dhaka, la maggior parte sono bambine, spesso esposte ad abusi e sfruttamento. 
In uno studio pubblicato a marzo 2012 e ripreso dall'agenzia Fides, è emerso che delle piccole che vivono in strada il 37,50%, vende fiori per vivere; il 18,80% è costretto a prostituirsi; il 6,25% lavora nell’industria dell’abbigliamento; il 6.25% diventa indigente; il 12,50% inizia a lavorare nel commercio e il 6,25% sono venditrici ambulanti. 
Quasi il 45% di queste bambine non riceve alcuna assistenza sanitaria dalle strutture del governo o dalle cliniche. Inoltre 3 su 10 non sono mai state iscritte a nessun tipo di istituto scolastico. 
La maggior parte delle donne del paese sono vittime di violenze, omicidi, abusi collegati con la dote e sfregi con l’acido. Per le bambine di strada che passano l’infanzia sotto il cielo aperto di Dhaka questi sono rischi quotidiani.
E parliamo ancora di civiltà?
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