Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

A Torino col CTS musica e testimonianze di lotta contro la droga

E-mail Stampa PDF


di Massimo Boccaletti
Nella Sala Grande del Conservatorio di Torino si è svolta il 10 dicembre la cd. “Cerimonia di Graduazione” in occasione del XXV anno di fondazione della Comunità “Notre Dame”. Si tratta di un “momento simbolico di riconoscimento alle persone che hanno portato a termine con scelta consapevole un cammino lungo, faticoso e graduale di riabilitazione dalla droga.”
Organizzata dal Centro Torinese di Solidarietà (Cts) con la collaborazione dell’A.Gi.Mus. e della Banca IPIBI, la serata ha quindi inteso celebrare una ricorrenza significativa, ribadendo il concetto che la comunità terapeutica è un “luogo fisico, mentale e relazionale in cui poter conoscere se stessi, cambiare parti distruttive della propria esistenza e, in sintesi, crescere”. In questi 25 anni in stretta integrazione con la sanità pubblica, “Notre Dame”, prima comunità terapeutica del Cts, si è adoperata infatti per il recupero di centinaia di tossicodipendenti.
A ricordare la nascita della Cooperativa che fa parte del CTS con altre 5 realtà, è stato Don Paolo Fini, fondatore del Cts nel 1983. L’allora vice parroco di S. Rita venne incaricato dal card. Anastasio Ballestrero, arcivescovo di Torino, di affiancare giovani e famiglie in difficoltà a causa della droga allora in pieno sviluppo. Dopo il suo rientro da Roma, dove era stato per due anni “ad apprender l’arte” presso il CeIS di Don Mario Picchi, Don Paolo fondò la prima Comunità, seguita nel tempo da diverse altre iniziative di accoglienza, terapeutiche e di reinserimento.
Protagonisti assoluti della serata del 10 dicembre sono stati un gruppo di 110 ex, uomini e donne di età variante dai 30 ai 50 anni, i quali, sfilando uno ad uno sul palco, dinanzi agli occhi commossi delle famiglie in platea, hanno ricevuto da alcune personalità invitate, l’attestato che certifica l’aver loro completato e con successo il programma di riabilitazione. Toccante, per il suo valore simbolico, la consegna del “pezzo di carta”, ma ancor più coinvolgente la testimonianza drammatica di tre ex che hanno rievocato, con parole rotte dall’emozione, le fatiche del reinserimento con termini tipo recupero di dignità”, di  “riappropriazione della propria vita”.
Assieme ai “graduati” (un termine inglese che in realtà significa laureati. Nel caso di ex drogati, laureati ad una nuova vita, ndr.) altri due  protagonisti della serata: il primo è stato il Coro Hope (“una scelta musicale, amatoriale, da cui sono scaturiti frutti inaspettati”), ossia un centinaio di ragazzi diretti da Massimo Versaci. Nato nel 2010, per animare una festa in Piazza San Carlo in occasione della visita del Papa a Torino, il sodalizio ha continuato la sua attività con un  repertorio orientato alla musica d’ispirazione religiosa, partecipando a diversi eventi ecclesiali e realizzando un cd con 12 brani, tra cui molti inediti.
Il secondo protagonista della serata, un pianista emergente, Andrea Boccaletti, 28 anni, interprete di un recital in onore dei 110 ex di cui don Paolo ha sottolineato la pazienza, l’umiltà, la capacità di soffrire “per diventare uomini.”  Boccaletti ha sviluppato alla tastiera un repertorio dal forte impegno interpretativo con le “Kinderszenen” (Scene infantili) di Schumann, tre raffinati brani di Debussy, concludendo, tra applausi entusiasti, con la celebrerrima “Mondschein Sonate” la Sonata  “Al Chiaro di Luna” di Beethoven.

You are here