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La piccola Italia che fa tremare, a torto, il mondo

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di Giuseppe Blasi
Le reazioni della finanza mondiale e le fibrillazioni all’interno degli organismi europei di fronte ai risultati elettorali in Italia che hanno fortemente premiato la protesta impersonata da Beppe Grillo e dal suo movimento, non hanno ragione di essere.
Infatti se l’Italia si avvierà finalmente verso un periodo di riforme della sua vecchia architettura istituzionale e se riuscirà quanto meno a ridurre il costo della politica, non solo il costo ufficiale ma soprattutto quello del malaffare, il merito sarà proprio di questo risultato elettorale e della pacifica ma forte protesta del popolo italiano alla quale Grillo ha dato una risposta utilizzando lo strumento democratico.
Le decine di suicidi di tanti piccoli imprenditori immolatisi a seguito della “cura Monti” sembrano già dimenticati, il malessere economico di troppe famiglie italiane, la forte disoccupazione e tanto altro ancora che hanno avuto per contraltare appropriazioni del denaro pubblico da parte di larga parte della classe politica, scandali bancari, ampliamento della corruzione su larghi strati sociali anche imprenditoriali, avrebbero potuto avere, se non fermati in tempo come avvenuto con queste elezioni, drammatiche conseguenze perfino con moti di piazza che gli italiani, sempre molto pazienti e amanti della pace, hanno evitato, utilizzando invece il canale della protesta pacifica costituito dal voto.
Ora la “politica”, quella paludata, vecchia non solo per anagrafe, adusa a promettere senza mantenere, ad approfittare a mani basse del potere conferito dal popolo, dovrà fare i conti proprio con la protesta di questo popolo sostanziata dai parlamentari del movimento di Grillo.
Quella che per il momento appare uno tsunami, è solo una grande bufera elettorale che ha scompaginato i programmi dei vecchi e imbalsamati politici che saranno costretti a riutilizzare le vecchie regole dell’etica nei comportamenti e a dare prova di capacità (sempre che l’abbiano) per utilizzare, per comune intesa, i mesi futuri per quelle riforme che gli italiani con tanta buona grazia hanno da lungo tempo invocato.
Dopo di che si ritornerà al voto, per una sorta di involontario ma necessario ballottaggio, e solo allora l’Italia troverà una sua stabilità nelle avvenute riforme. L’Europa non ha nulla quindi da temere, gli italiani sono profondamente europeisti, sempre che la stessa Europa dia un senso alla sua politica, e sono, gli italiani, quei lavoratori e imprenditori di sempre che amano la pace, il benessere per sé e i propri cari, e che hanno tanto contribuito proprio alla fondazione e costruzione europea.
Se poi questa Europa è qualcosa di altro rispetto a ciò che tutti ci eravamo aspettati, allora la disaffezione a questa unità non è colpa del popolo italiano.
Ora l’Europa deve solo avere pazienza, osservare, e se del caso aiutare l’Italia in questo difficile passaggio verso le inevitabili riforme. Non speculare, non opprimere, ma alleggerire il compito degli italiani. 
Costoro, poi, sapranno riprendere un cammino su sentieri virtuosi troppo a lungo dismessi e negletti. 
Certo si poteva fare di meglio, prima e senza arrivare a shock elettorali; per ora la febbre è alta ed è il naturale sintomo di un organismo da tempo malato ma per il quale le cure saranno trovate e avranno la loro efficacia.
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