di Padre Gianfranco Grieco
Papa Francesco continua a stupirci con le sue parole e con i suoi gesti. Sono bastati soli sei mesi per conquistare la simpatia di tutti. Omelie di primo mattino, discorsi, messaggi, lettere, telefonate: tutto entra in quel modo di agire del Papa nuovo che ha conquistato il cuore del mondo. Leggere i suoi testi, vuol dire sentirsi subito in sintonia con uno di noi. Egli ama le cose semplici e fa le cose semplici normali. Non ama il palazzo del potere se non per ricevere gli ospiti di riguardo; il resto ama svolgerlo nella sua dimora francescana a santa Marta. Ama vivere tra la gente e per la gente. Ama i poveri più di tutti. Loro sono e saranno sempre al primo posto. La visita a Lampedusa, le giornate mondiali della gioventù a Rio de Janeiro, l’incontro con i rifugiati al centro Astalli di Roma, la visita pastorale ad Assisi la città di san Francesco, patrono d’Italia e padre della fraternità universale, hanno lasciato e continuano a lasciare il segno.
Ma, cosa vuole questo Papa da chi crede e da chi è alla continua ricerca della fede? Vuole solo presentargli il volto di Gesù di Nazareth, il suo messaggio universale di salvezza; vuole proporre Papa Francesco un modello di Chiesa povera e semplice, umile e libera dai poteri mondani, solidale con gli ultimi, vicina a quanti soffrono e sono perseguitati a causa della giustizia e dell’annuncio del Vangelo della vita.
Papa Francesco ci ha già stupiti, ma continuerà a stupirci nei giorni che verranno. Il suo programma sacerdotale, episcopale e pontificale è molto semplice. Accostare Dio all’uomo e portare l’uomo a Dio: coniugare questo rapporto in ogni angolo della terra e in tutte le direzioni. Senza fare politica, senza toccare troppo i temi etici che hanno sensibilità diverse, ma presentando Dio che è amore e misericordia.
Questo è il Dio di Papa Francesco e, ci auguriamo sia anche il nostro.
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