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Lettera di Commiato del Gen.B. GdF Alessandro Butticè

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Bruxelles, 28 dicembre 2013
 
 Signori Generali, 
Cari Colleghi di ogni ordine e grado,
Cari Amici,
Dopo oltre trentaquattro anni, il 1° gennaio 2014 lascerò, a domanda, il servizio permanente effettivo nella Guardia di Finanza.
Quale primo e più anziano ufficiale della Guardia di Finanza in servizio, dall'ottobre del 1990, presso le Istituzioni Europee, sono particolarmente fiero di avere aperto al Corpo e ai tanti altri colleghi che mi hanno seguito - diversi dei quali ho personalmente reclutato - la strada sugli scenari europei prima, e internazionali, poi. Da Bruxelles ho infatti anche stimolato e accompagnato i primi passi di illuminati vertici del Corpo e di diplomatici visionari verso la creazione dei posti di “esperti della Guardia di Finanza” presso alcune importanti sedi diplomatiche italiane nel mondo. 
 
 
 
Con soddisfazione ritengo aver contribuito alla realizzazione di un progetto - che per alcuni era solo un sogno irrealizzabile - da me proposto nel 1982, dalle pagine del nostro periodico “Il Finanziere”, dopo un viaggio  con l’Accademia negli Stati Uniti d’America ed il conseguimento del diploma della SIOI (Società Italiana per le Organizzazioni Internazionali): dare una dimensione internazionale alla Guardia di Finanza. 
Sono anche onorato, avendo contribuito personalmente alla costituzione dell'OLAF (l’Ufficio Europeo per la Lotta alla Frode), che per molti aspetti si è ispirato proprio al modello operativo della Guardia di Finanza che ho fatto conoscere ed apprezzare a Bruxelles, di aver concorso a fare assumere al Corpo il ruolo di  fiore all’occhiello del nostro Paese nella lotta all’illegalità economico-finanziaria in Europa  e ad essere definito quale un "paladino degli interessi finanziari dell’UE" particolarmente apprezzato dai più all’interno delle Istituzioni comunitarie.
Sento infine la fierezza per aver contribuito, dalla seconda metà degli Anni Ottanta, all’introduzione nella Guardia di Finanza delle più moderne tecniche di comunicazione istituzionale, a livello nazionale prima, e internazionale poi. Comunicazione e informazione, intese come servizio e tutela dei cittadini e prevenzione dell'illegalità. 
La prima campagna istituzionale “Guardia di Finanza, dalla parte degli onesti” - che anticipò di qualche anno il più noto periodo cosiddetto di "mani pulite" - il restyling  della nostra rivista (dopo avere avuto il privilegio di celebrarne, quale capo redattore, nel 1986, assieme a tante firme importanti del giornalismo italiano e a tutti gli ex direttori e capi redattori, il primo centenario), e l'organizzazione dei primi corsi sulla comunicazione istituzionale, sono il frutto di sforzi compiuti, con scarsissime risorse ma grandissimo entusiasmo e determinazione, assieme a pochi ma eccezionali collaboratori, e con il supporto di superiori visionari che non avevano timore del nuovo.
Quei primi, piccoli, ma decisivi passi, hanno costituito l'inizio di un cammino mai interrotto di una strategia di comunicazione istituzionale che il Corpo é stato capace di sviluppare e che, nel tempo, gli ha permesso di farsi conoscere, riconoscere e apprezzare presso l'opinione pubblica internazionale (anche attraverso una partecipazione intelligente e attiva all'OAFCN - la Rete dei Comunicatori Anti-frode dell'OLAF, da me creata e presieduta per un decennio) come uno dei più prestigiosi corpi di polizia in Europa. 
Seppure attraverso un modesto contributo, ritengo avere dato molto di me alla Guardia di Finanza in tutti questi anni. 
Ma dalla Guardia di Finanza ho ricevuto senz’altro più di quello che ho dato.
Ed è per questo che, non senza una certa emozione, desidero porgere a tutti i “compagni d’arme” di questi decenni il mio più riconoscente saluto di commiato. 
Saluto che ho già prestato, personalmente e simbolicamente, il 13 dicembre scorso, al nostro Comandante Generale, nell'ufficio in cui è custodita la nostra gloriosa Bandiera.
Dopo il nostro Comandante Generale, il mio saluto va ai colleghi d’Accademia, con un pensiero particolare ad Angelo Masoni, che non è più tra noi, ma resta nel ricordo e nel cuore di tutto il “79° Corso Podgora II”.
Poi rivolgo un grato saluto a tutti i superiori gerarchici che ho avuto la fortuna (mai scontata, in qualunque amministrazione o ambito professionale) di avere avuto nel Corpo. Mi hanno insegnato molto, al pari della (quasi) totalità dei superiori gerarchici che ho avuto presso la Commissione Europea, e sono a loro molto riconoscente.
Un saluto di gratitudine va infine anche alla (quasi) totalità degli altri colleghi - superiori, parigrado e collaboratori, di ogni ordine e grado - con i quali ho avuto modo di collaborare in questi anni, sia in Italia che all'estero. Ma uno, tutto particolare, desidero porgerlo all’Appuntato Laino, mio autista presso la Tenenza di Sapri, negli ormai lontani anni  1983-84. 
Non ho più sue notizie da tempo. Ma mi piacerebbe fargli sapere, ovunque egli sia, che è rimasto per me un esempio di vero Finanziere e servitore delle Istituzioni. Poteva essere mio padre, ma era sempre a disposizione del suo giovane comandante, giorno e notte, lungo le strade tortuose del Cilento. A volte sino a Salerno e Napoli. Sempre attento e prudente nelle parole, coraggioso e instancabile nell’azione.
Quando ne intravedeva la necessità, ricordava al suo giovane tenente, seppur sempre con modi rispettosi, due consigli che non ho mai dimenticato. Il primo, che mi ha sempre fatto sorridere, è che bisogna stare “davanti ai cavalli, dietro ai cannoni e lontano dai superiori”. Il secondo, che ha invece orientato ogni mia azione professionale, era quello che bisogna agire “non per timore di pena, né speranza di ricompensa, ma per intima convinzione”.
Dal primo gennaio continuerò il mio servizio presso la Commissione Europea. Ove, nella sostanza, nulla cambierà per me. Perché la mia opera continuerà ad essere ispirata dai principi la cui osservanza mi ha sempre orientato anche nell'esercizio delle funzioni di funzionario prima e dirigente poi dell’Unione Europea: fedeltà e lealtà istituzionale, osservanza delle leggi e adempimento, con disciplina e onore, di tutti i doveri del mio status di uomo delle Istituzioni - nazionali prima ed europee dall'ottobre del 1990 - per la salvaguardia delle quali sono sempre stato e sempre resterò un servitore.
Una fedeltà e lealtà che molti colleghi – cui va il mio più deferente omaggio - hanno pagato, nei quasi 240 anni di storia del Corpo, quando necessario, anche col prezzo più alto, quello della propria vita. Una fedeltà che non può essere quindi mai tradita per nessuna ragione, e tanto meno quindi per interessi di calcolo o ambizioni personali. Sono fiero di non aver mai esitato a pagare anche qualche prezzo, quando si è reso necessario, pur di non venire mai meno ai miei doveri di fedeltà e lealtà, così come all’orgoglio di essere e rimanere Finanziere, fedele al giuramento prestato ed alle migliori e più nobili tradizioni del Corpo.
Così come “semel sacerdos, semper sacerdos”, continuerò a rimanere un Finanziere a disposizione delle Istituzioni europee e della costruzione europea, nella quale credo profondamente. E non solo perché lo rimarrò nella categoria della riserva, ma anche perché, d’intesa e con l’incoraggiamento del Presidente e del Vicepresidente Vicario dell’Associazione Nazionale Finanzieri d'Italia, Gen. C.A. Verdicchio (che il caso ha voluto essere stato il mio ultimo Comandante in Italia, prima di trasferirmi a Bruxelles), e Gen. C.A. Fava, proverò a costituire, assieme ad altri valorosi colleghi coi quali ho condiviso questi anni di “frontiera”, la sezione ANFI di “Bruxelles-Unione Europea”, nella quale tutti coloro che hanno condiviso, condividono e vorranno condividere i valori più nobili e l’orgoglio dell’essere “Finanziere”, in Europa e per l’Europa, saranno i benvenuti.
L’occasione mi è infine gradita per porgere, con il mio saluto più affettuoso, gli auguri più fervidi e sinceri per uno splendido 2014 e un auspicio che sgorga dal più profondo dell'animo:
Viva la Guardia di Finanza, Viva l’Italia, Viva l’Europa Unita!
 
Alessandro Butticé 
 
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