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Gli italiani vogliono più Europa, ma più vicina e comprensibile

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di Carlo Felice Corsetti
Il Rapporto sull’Italia dell’Eurobarometro Standard 80, il sondaggio più importante condotto a livello europeo sulle opinioni dei cittadini Ue, è stato presentato a Roma,  nello Spazio Europa della Rappresentanza in Italia della Commissione europea. Il rapporto, in occasione dell'Anno europeo dei cittadini,  è incentrato sulla situazione economica e sull'opinione dei cittadini sull'UE in generale.
I dati, presentati dal Direttore della Rappresentanza Lucio Battistotti, sono stati commentati da Antonio Tajani, Vicepresidente della Commissione europea e da Gian Maria Fara, Presidente di Eurispes.
Cauto ottimismo in Europa
Mentre in Europa comincia a diffondersi un cauto ottimismo, con il 51% degli europei che dice di avere fiducia nel futuro, in Italia gli ottimisti sono solo il 40%.
La disoccupazione è il principale problema in Europa per il 49% degli intervistati, seguita dalla situazione generale dell’economia per il 44%, dalla pressione fiscale per il 21% e dall’inflazione per il 17%.
La maggioranza è a favore dell’euro.
Il 53% degli Italiani ed il 52% degli europei si sono espressi a favore dell’Unione economica e monetaria con l’euro.
Cala la fiducia nelle istituzioni.
La crisi economica ha generato un calo di fiducia verso tutte le istituzioni. Ma la fiducia verso quelle europee rimane tre volte più elevata di quella verso le istituzioni nazionali e regionali. In particolare: diminuisce dal 35% al 32% quella nella Commissione e dal 41% al 36% quella nel Parlamento europeo; Governo e Parlamento nazionali  ottengono un modesto 10%, in calo rispettivamente  dall’11% e dal 12%; le istituzioni locali e regionali passano dal 15% al 14%.
La Banca Centrale europea invece cresce dal 28% al 31%.
Governante economica, unione bancaria e intervento a favore dell’industria trovano largo consenso.
L'approvazione preventiva dei bilanci nazionali da parte delle autorità europee, uno degli elementi cardine della nuova governance economica europea, è ritenuta dal 66% degli italiani una misura efficace per uscire dalla crisi, con una media Ue del 58%.
Altrettanto rilevante  è il consenso nei confronti della supervisione centralizzata a livello Ue delle banche, con il 69% del campione italiano ed il 70% di quello europeo.
Aiutare la base industriale europea per renderla più competitiva, promuovendo l'imprenditoria e le nuove competenze, trova il sostegno del 68% degli italiani e del 73% degli europei.
Il  60% degli italiani, con una delle percentuali più elevate nell'Ue,  è favorevole alla nomina di un ministro delle finanze dell'Unione europea. 
Con riferimento alle questioni finanziarie, gli italiani sono favorevoli  a regole più rigide contro i paradisi fiscali e l'evasione fiscale (81%), all'introduzione di una tassa sui profitti delle banche (75%), all'inasprimento delle norme per le agenzie di rating (74%), alla regolamentazione delle remunerazioni dei banchieri (73%) e all'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie (67%).
Diminuisce il sentimento di cittadinanza europea.
Iil 53% del campione italiano non si sente cittadino dell’Ue, mentre il 45% lo considera un dato di fatto. Aumentano dal 78% al 79% gli italiani convinti che le proprie opinioni non siano rappresentate nell’Ue. Aumentano dal 46% al 55% quelli che pensano che l’Ue non vada nella giusta direzione; opinione condivisa anche dal 47% degli europei: probabilmente Bruxelles e gli altri paesi dell’Unione sono ancora troppo distanti. Il 75% degli italiani sono convinti di non ricevere adeguate informazioni sui temi europei.
Ma le critiche si uniscono poi alla richiesta di una più rapida integrazione: il 40% spinge per un'Europa federalista, il 61% vuole una politica estera comune e il 68% una politica europea di sicurezza e difesa.
In conclusione, gli italiani vogliono più Europa, ma un’Europa più vicina e comprensibile.
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