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Pensioni e roaming, il Parlamento europeo abbatte barriere e costi

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di Andrea Maresi, (responsabile stampa del Parlamento Europeo in Italia)
Il Parlamento europeo in due storiche votazioni tenutesi rispettivamente il 3 e il 15 aprile ha posto le basi per un definitivo abbattimento dei costi telefonici oltre confine (tariffe roaming) e per un trasferimento della pensione integrativa all’interno dell’Unione europea.
Nel primo round legislativo per entrambi i provvedimenti il Parlamento ha chiesto l’abolizione delle tariffe supplementari per chi usa i cellulari all’estero in un contesto legislativo sulle telecomunicazioni e la possibilità per un lavoratore di trasferire tutti i diritti pensionistici maturati in un paese membro dell’Ue ad un altro. Quest'ultima proposta di legge rappresenta una svolta storica in termini di diritti dei lavoratori e della libera circolazione delle persone all’interno dell’Ue, dopo il blocco di nove anni dalla proposta nel 2005 della Commissione europea da parte del Consiglio dei Ministri, forte allora del potere di veto successivamente cancellato nel 2009 dall’entrata del Trattato di Lisbona. 
Per quanto riguarda l’abbattimento delle tariffe di roaming la nuova legge votata dal Parlamento con 534 voti favorevoli e 25 contrari dovrebbe entrare in vigore il 15 dicembre 2015 dopo il via libera definitivo il prossimo ottobre dei 28 ministri europei. L’ulteriore abbattimento delle tariffe supplementari della telefonia mobile e il traffico su internet, si pensi ad esempio alle videochiamate su Skype, dopo l’iniziale riduzione fino a 45 centesimi per megabyte l’anno scorso, non dovrebbe avere un impatto nei profitti aziendali in quanto le perdite che si stima ruotino attorno al 5% sarebbero compensate dal maggior uso dei dispositivi mobili. Oltre il 90% dei consumatori disattiva infatti la funzione che permette il traffico dati una volta varcati i confini nazionali.
Il Parlamento europeo ha nel contempo approvato alcuni emendamenti per il mantenimento della neutralità della rete per garantire la libera circolazione dei dati a prescindere dalla loro origine evitando che gli operatori telefonici facciano pagare di più alcuni clienti ad esempio per avere una connessione più veloce.
Simile discorso per quanto riguarda i regimi pensionistici integrativi, ovvero quelli versati dalla Stato di provenienza e finanziati e co-finanziati dai datori di lavoro, il Parlamento europeo ha infatti chiesto che i lavoratori mantengano tutti i diritti acquisiti indipendentemente dal periodo temporale di residenza in uno dei vari paesi dell'Ue, pur se ha fissato a tre anni il limite massimo per il  "periodo di maturazione", il periodo d'iscrizione attiva a un regime pensionistico necessario a una persona per mantenere i diritti pensionistici integrativi. Gli Stati membri avranno quattro anni di tempo per trasporla nel diritto nazionale.
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