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Fondi UE - Focus sull’Italia

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di Carlo Felice Corsetti
Il 31 dicembre 2015 scadrà l’obbligo per l’UE di erogare i fondi impegnati per il bilancio 2007-2013. Sembra ormai certo che L’Italia non riuscirà ad utilizzarne una parte considerevole, che sarà disimpegnata automaticamente.
Le statistiche sul tasso di realizzazione del programma di spesa  dei fondi strutturali 2007 – 2013 , aggiornate al maggio ’14, mettono in evidenza l’incapacità dell’Italia a spendere tali risorse, peraltro preziose nell’attuale pesante crisi economica che affligge il Paese. La responsabilità viene attribuita alle inefficienze burocratiche e alla mancata presentazione di progetti ritenuti appropriati. 
Il tasso di attuazione dei programmi operativi finanziati dal FESR è a poco più del 45%, a fronte della media UE che è del 60%. Il primo Paese è la Lituania (80%). Nelle ultime posizioni l’Italia, seguita solo dalla  Romania e dalla  Croazia (quest’ultima nell’UE dal 2013).
Percentuali simili si ritrovano nei programmi legati all’obiettivo Convergenza, il che fa ritenere che il dato FESR sia collegato all’incapacità di spesa nell’obiettivo Convergenza.
Meno disastrosi, ma pur sempre mediocri, appaiono il tasso di realizzazione dei programmi finanziati dal FSE , con il 58% circa di spesa e un 16° posto, e quello della realizzazione dell’obiettivo Competitività, con il 59 % circa di spesa e un 13° posto su 19.
Secondo alcuni analisti l’ammontare cui l’Italia dovrà rinunciare nel 2015 sarebbe equivalente a 1% del Pil 2013.
Ed è proprio l’obiettivo Convergenza a rischiare di più il disimpegno dei fondi. Le regioni del sud infatti hanno un tasso di realizzazione modesto (45%) rispetto a quello delle altre regioni (59%).  Con due conseguenze negative: saranno sottratte risorse alle regioni che ne avrebbero maggiore necessità e aumenteranno le differenze tra nord e sud. Che non sono proprio gli obiettivi che si prefiggeva la politica regionale di Coesione.
Lo stanziamento all’Italia per l’obiettivo Convergenza è stato complessivamente di 21 miliardi.
Tra le principali destinatarie dell’obiettivo Convergenza figurano la Calabria(con oltre 1,9 miliardi), la Campania ( meno di 4 miliardi), la Puglia (oltre 3,2 miliardi) e la Sicilia (oltre 4,3 miliardi).
Quasi tutte le risorse destinate all’obiettivo Competitività sono assorbite invece dai Programmi Operativi Regionali (PON). 
Tra le regioni con maggiori finanziamenti  la Sardegna (972 milioni di euro) , il Piemonte (817), il Lazio (734), la Toscana (649), il Veneto (552) e la Lombardia (548).
I dati sul tasso di realizzazione dell’obiettivo Competitività  appaiono migliori rispetto a quelli sull’obiettivo Convergenza , con percentuali di circa 64% (risorse FESR) e 67% (FSE), con il picco dell’87% (FSE) della Provincia Autonoma di Trento .
Il budget dell’UE si alimenta con entrate legate al Pil dei Paesi membri, con la conseguenza che i maggiori contribuenti sono fra i paesi dell’Europa a 15, che hanno economie relativamente analoghe.
Con l’allargamento a UE-27 del 2007 l’aumento di superficie è stato del 25%, quello della popolazione del 20%, mentre quello della ricchezza solo del 5%.
Il Pil medio pro-capite è sceso del 10% e si è registrato il raddoppio delle disparità regionali.
Quatto Paesi, la Germania, la Francia, il Regno Unito e Italia contribuiscono per il 64% del budget UE. Ma l’Italia, almeno in valore assoluto, è anche uno dei suoi  maggiori beneficiari.
Considerato poi che il 60% delle regioni meno sviluppate  sono negli stati entrati dopo il 2004 e che l’obiettivo Convergenza è la gran parte del totale, il centro di gravità si è spostato dal mar mediterraneo verso l’Europa dell’est.
La Polonia, con la combinazione di molta popolazione e modesto sviluppo economico, ha tratto i maggiori vantaggi nel periodo 2007 - 2013 (67 miliardi per lo sviluppo economico). Il secondo posto in termini assoluti va alla Spagna (34,5 miliardi) mentre il terzo all’Italia (27,92 miliardi).
Il Bilancio preventivo 2014 – 2020 ricalca il precedente periodo, con finanziamenti in aumento per la Polonia (oltre 77 miliardi) e con l’Italia (oltre 32 miliardi) che ha tolto il posto di secondo beneficiario della politica di Coesione alla Spagna, a causa delle difficoltà incontrate nel superare la crisi. Al quarto posto sale la popolosa Romania.
Il bilancio preventivo 2014 – 2020 conferma la particolare attenzione per le regioni meno sviluppate, comprese nell’obiettivo Convergenza. A tali regioni va infatti il 68% dei fondi strutturali destinati all’Italia, pari a 22,32 miliardi di euro.
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