di padre Gianfranco Grieco
Due sinodi in un anno. Il primo già celebrato (5 -19 ottobre 2014) su < Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione> e il secondo su <La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo> che si svolgerà dal 5 al 14 ottobre 2015. Tra i due eventi, l’VIII Incontro mondiale delle Famiglie che si svolgerà a Philadelphia dal 22 al 27 settembre 2015. “Abbiamo davanti un anno- ha detto Papa Francesco nel concludere questa prima parte di lavori sinodali – per maturare le idee e per trovare soluzioni con vero discernimento spirituale”.
E’ questa, la chiave di lettura di tutto il lavoro svolto e dei tanti commenti apparsi sui media in Italia e all’estero nel corso di questa prima stagione sinodale. Hanno parlato in tanti, hanno dialogato tutti. Si sono registrati incontri e scontri. Massima libertà per tutti: progressisti, conservatori, uomini di centro, uomini legati al passato e intelligenze aperte al futuro.
Papa Francesco con il suo stile gesuita e francescano insieme, ha invitato tutti a prendere la parola, a non avere paura di esprimere il proprio punto di vista. La <Relatio post disceptationem> ha trovato ampio spazio sui media di tutto il mondo. Quando si apre la finestra ed entra il sole, si vedono i nuovi problemi e non si ha paura di affrontarli con il coraggio dei profeti. Papa Francesco ha capito gli uni e gli altri ed ha avuto il coraggio di essere chiaro sino in fondo, come il 20 febbraio scorso nel celebrare il concistoro dedicato alla famiglia.
Francesco usa parole e verbi che si caricano di significato e incarnano situazioni intimamente e direttamente legate a quanti lo ascoltano. Nel Concistoro del mese di febbraio 2014 erano i cardinali capi dicastero ad ascoltarlo ed altri responsabili dei vari organismi della sede apostolica. Entriamo nei particolari di questo discorso breve, perché costituisce il punto di partenza dell’evento sinodale. “Bellezza e grandezza del matrimonio”; “ teologia della famiglia e pastorale nelle condizioni attuali”; non cadere nella “casistica”; “è bello, vero e buono formare oggi una famiglia”;” la famiglia è indispensabile per la vita del mondo e per il futuro dell’umanità”;” accompagnare i coniugi in difficoltà”; “pastorale intelligente, coraggiosa e piena di amore”. Questo ultimo punto è quello più innovativo: intelligenza, coraggio , amore.
Gli faceva eco il cardinale teologo Walter Kasper, il quale presentava il “Vangelo della famiglia” oggi, avvertendo subito che la dottrina della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia e la prassi, bisogna registrare, purtroppo, non un vuoto, non un precipizio, ma una “abisso”.
Con questo “ prologo” e con discussi contributi editoriali di altri porporati usciti alla vigilia del sinodo si andava verso la celebrazione sinodale, divisi nelle idee e, soprattutto nelle proposte. Certo la “dottrina” non si tocca, ma la “disciplina” “ la prassi pastorale” merita cambiamenti coraggiosi. Il dibattito delle due settimane sinodali ( 6- 18 ottobre) faceva aumentare non solo i timori ma anche le speranze.
La <Relatio Synodi>, parla chiaro. Tre i punti nodali: 1. l’ascolto: il contesto e le sfide sulla famiglia; 2. lo sguardo su Cristo: il Vangelo della famiglia; 3. il confronto e le prospettive pastorali: annunciare il Vangelo della famiglia oggi, nei vari contesti; guidare i fidanzati nel cammino di preparazione al matrimonio; accompagnare i primi anni di matrimonio, e, soprattutto curare pastoralmente coloro che vivono nel matrimonio civile o in convivenze; curare le famiglie ferite ( separati, divorziati non risposati,divorziati rispostati, famiglie monoparentali e gay ( la parola presente nella Relatio post disceptationem è scomparsa nella seconda, ma ritornerà nei lavori della prossima assise), Papa Francesco al termine della 15.ma congregazione generale ( pomeriggio del 18 ottobre), è stato con padri sincero e graffiante, come è suo stile.
Bellezza, grandezza e gioia del matrimonio da una parte e momenti di desolazione, di tensione e di tentazioni dall’altra. Papa Francesco che ha partecipato ogni giorno ai lavori sinodali, ha indicato ai padri le tentazioni da evitare in futuro: quella dell’”irrigidimento ostile”; del “buonismo distruttivo”; la tentazione di trasformare “la pietra in pane” e “ il pane in pietra” e -ha spiegato- “di scagliare questa pietra contro i peccatori, i deboli e i malati”; la tentazione di scendere dalla croce “per accontentare la gente, e non rimanerci”; la tentazione di trascurare il < depositum fidei > “considerandosi non custodi ma proprietari e padroni”; la tentazione di trascurare la realtà “utilizzando una lingua minuziosa e un linguaggio di levigatura per dire tante cose e non dire niente!”. Il sinodo – ha ribadito Papa Francesco - non ha mai messo in discussione le verità fondamentali del matrimonio: indissolubilità, unità, fedeltà, procreatività, ossia apertura alla vita dal momento del concepimento sino al naturale tramonto, ma dalla <dottrina> bisogna passare alla vita e dare risposte per un futuro di speranza a quanti vivono in situazioni difficili, delicate e complesse.
Nuovo anche il linguaggio usato da Papa Francesco. Credo che nessun Papa prima di lui abbia così “osato” nelle provocazioni.
All’omelia per la chiusura del sinodo coinciso anche con la beatificazione di Paolo VI, il Papa del Concilio e delle grandi visioni –domenica 19 ottobre- Papa Bergoglio, fedele al suo stile, ha preferito parole che non hanno bisogno di essere spiegate e commentate: sfide nuove, sorprese, novità, creatività, aperture, speranza. Parole e direzione che non hanno bisogno di commento.
Sono stati giorni operosi quelli del sinodo sulla famiglia 2014.
“Abbiamo seminato” – ha commentato Papa Francesco -. Ora, le idee, le proposte e le provocazioni, devono trovare terreno fertile nelle intelligenze e nella preghiera del discepoli e dei testimoni del Signore.
Non sono i profeti, i coraggiosi, a scrivere le nuove pagine della Chiesa del dopo Concilio e della società plurale?
< Prec. | Succ. > |
---|