Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

L'Uomo di Ceprano

E-mail Stampa PDF

di Italo Biddittu (foto)
Le intuizioni scientifiche sull'evoluzione delle specie, divulgate da  Charles Darwin nel 1859, rese note precocemente negli ambienti culturali italiani, apriva nuove prospettive sull'antichità dell'uomo, sull'età della pietra e sulle ricerca di fossili umani.
Dovranno trascorrere comunque quasi ottanta anni prima di arrivare alla scoperta di un fossile umano nel Lazio, il primo cranio di Saccopastore a Roma nel 1929;  si apre così la strada ad una serie di scoperte che pongono attualmente questa regione tra quelle  più ricche di resti fossili umani distribuiti in un arco di tempo che va da circa 500.000 a 50.000 anni fa.
Uno dei problemi più interessanti è naturalmente quello dell'arrivo dei primi ominidi nel nostro territorio. Le ricerche fin'ora svolte nelle varie regioni del mondo hanno dimostrato che il continente di origine dell'uomo è l'Africa, e che circa due milioni di anni fa inizia un flusso di diffusione di ominidi che si disperdono nelle varie regioni del mondo, Europa compresa.  Per quello che sappiamo ora, quello che potremmo chiamare “delta di diffusione”, inizia a formarsi quando l'uomo aveva già elaborato un processo tecnologico di scheggiatura della pietra, processo che lascia tracce riconoscibili sui manufatti che si rinvengono a volte in concentrazioni importanti come testimonianze ben più durature e diffuse dei resti fossili.
Anche se gli archeologi,  con la collaborazione dei geologi avevano già riconosciuto per l'Europa la presenza  molto antica di ominidi per la sola diffusione dei manufatti litici, la testimonianza offerta dai resti fossili umani sembrava contraddire queste evidenze. Prima in Italia (Ceprano) e subito dopo in Spagna (Atapuerca), nel 1994, una serie di scoperte di ominidi fossili cambiava questa situazione spostando indietro nel tempo la presenza dell’uomo in Europa.
I dati più recenti hanno confermato, sia per la Spagna che per l'Italia, la presenza o l'attività di ominidi oltre un  milione di anni fa.
 
La calotta cranica umana di Ceprano
 
Il 13 marzo 1994, in seguito a lavori di sbancamento per la realizzazione di un nuovo asse viario tra Ceprano e Pofi, venivano sezionati dai mezzi meccanici antichi strati di terreno formati da limi, sabbie e argille che si erano depositati migliaia di anni fa quando le variazioni climatiche e la tettonica stavano ulteriormente modellando il paesaggio del Lazio meridionale. Le ricerche condotte in questa regione per l'Istituto Italiano di Paleontologia Umana per quasi 40 anni avevano già messo in evidenza l'importanza dell'area per la preistoria dell'Italia centrale.  L'osservazione degli affioramenti a Campogrande consentiva di scoprire una calotta cranica umana fossile a cui ho attribuito il nome affettivo Argil, perché contenuto in uno strato argilloso.  Sulla base di osservazioni geologiche e sulla presenza di livelli con minerali vulcanici datati col metodo K-Ar, veniva in un primo momento attribuita al fossile l’età di 800.000 anni.
Ricerche recenti condotte nel sito hanno preso in esame i dati paleomagnetici, paleobotanici,  sedimentologici e delle industrie litiche, definendo con più precisione la cronologia dei sedimenti in cui era contenuto il reperto, a cui viene attribuita oggi una età vicina a 450.000 anni.  
  Il cranio presenta molte affinità con forme arcaiche del genere Homo ( H. ergaster e H. erectus) ed elementi progressivi che lo avvicinano alle forme umane del Pleistocene medio africane ed europee. La volta cranica è bassa, il frontale e l'occipitale sono prominenti, il torus sopraorbitario è spesso, la maggiore larghezza è situata nella regione sopramastoidea. La volta presenta spessori considerevoli che raggiungono i 22 mm all'altezza della sutura mastoidea sinistra. La capacità cranica è di circa 1150 cc.
Nel cranio sono state riscontrate due  patologie: una malformazione congenita del sinus  sfenoidale  e una frattura depressa sull'arcata sopraorbitaria destra, che non ne ha causato la morte.
 Sulla base dei caratteri morfologici è stata proposta una nuova specie denominata Homo cepranensis.
L’arrivo di ominidi nel Lazio è documentato da siti in cui sono presenti manufatti di tecnologia di Modo 1 (Arce, Colle Marino, Castro dei Volsci) che possono essere datati tra 1.000.000 e 600.000 anni. Non conosciamo ancora, per l’Italia,  quale ominide abbia prodotto questi oggetti. 
La successiva frequentazione, caratterizzata da manufatti di tecnologia di Modo 2, documenta la presenza di ominidi che hanno percorso le valli del Sacco e del Liri da 458.000 anni  (Anagni Fontana Ranuccio), fino  a circa 200.000 anni fa (Pontecorvo, Aquino, Isoletta, Lademagne, Colle Avarone, Pignataro Interamna).   Argil potrebbe essere quindi l’ominide che, insieme a quello di Fontana Ranuccio ad Anagni, di cui sono stati rinvenuti fino ad ora solo alcuni denti, ha introdotto nel Lazio meridionale questa tecnologia, in cui l’amigdala, ottenuta con vari materiali (selce, calcare, quarzite, lava  e persino ossa di elefante), rappresenta un prodotto caratteristico

 Tra i comuni di Pofi e Ceprano emergono resti di animali preistorici e manufatti litici riferibili a fasi diverse del Paleolitico inferiore. Nelle campagne di scavo condotte dall’Istituto Italiano di Paleontologia Umana (in collaborazione con l’Università di Roma “La Sapienza” e con il Museo Preistorico di Pofi, per concessione della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Lazio),  sono stati portati alla luce reperti di fauna fossile sia della stessa epoca della calotta cranica che di epoca posteriore. Negli scavi recenti è stato trovato anche il cranio con le due zanne di un Elephas (Palaeoloxodon) antiquus e l’affioramento di altre ossa fa presumere la presenza dell’intero scheletro. Il Comune di Ceprano, con lungimiranza, ha acquistato le aree che saranno musealizzate nell'ambito del progetto “Ecomuseo Argil”.
 
Italo Biddittu
Istituto Italiano di Paleontologia Umana - Università di Cassino

Bibliografia
 
Ascenzi A., Biddittu I., Cassoli P.F., Segre A. G., Segre Naldini E. (1996) – A calvarium of late Homo erectus from Ceprano, Italy. J. Human Evolution. 31: 409-423
Biddittu I., Graziosi F. (1998) - Come ti trovo e studio il primo uomo europeo, (titolo redazionale), nella rubrica "Pro e contro": Franco Graziosi versus Italo Biddittu, in Prometeo, rivista trimestrale, anno 16, 62, giugno 1998, A. Mondadori ed: 113-122.
Mallegni F., Carnieri C., Bisconti M., Tartarelli G., Ricci S., Biddittu I., Segre A. (2003), Homo cepranensis sp. nov. and the evolution of African-European Middle Pleistocene hominids, «Comptes Rendus Palevol» 2, pp. 153-154.
Manzi G. (2001) – The earliest diffusion of the genus Homo toward Asia and Europe: a brief overview. In Humanity from African naissance to coming millennia. P. V. Tobias, M. A. Raath, Moggi-Cecchi J., Doyle G. (eds.), Firenze University press, Firenze; Witwatersrand University press, Johannesburg, 117-124.
Manzi G., Mallegni F., Ascenzi A. (2001) - A cranium for the earliest Europeans. Phylogenetic position of the hominid from Ceprano, Italy. Proc. Natl. Acad. Sci. USA
Manzi G. (2001), Storie di fossili italiani, in J. L. Arsuaga, I primi pensatori e il mondo perduto di Neandertal: 259-280.
Manzi G. (2004), Human evolution at the Matuyama-Brunhes Boundary, Evolutionary Anthropology 13: 11-24.
Manzi G., Magri D., Milli S., Palombo M. R., Margari V., Celiberti V., Barbieri M., Melis R., Rubini M., Ruffo M., Saracino B., Tzedakis P. C., Zarattini A., Biddittu I. (2010), The new chronology of the Ceprano calvarium (Italy), Journal of Human Evolution, XXX, 1-6.
Muttoni G., Scardia G., Kent D. V., Swisher C. C., Manzi G., (2009), Pleistocene magnetochronology of early hominin sites at Ceprano and Fontana Ranuccio, Italy. Earth Planet. Sci. Lett. 286:255-268
Pievani T. (2002), Homo sapiens e altre catastrofi: per un'archeologia della globalizzazione. Melteni. Roma
You are here