di Lorenzo Pisoni
Come si arriva a Cipro si capisce subito di essere planati su un’isola speciale.
Cipro vanta una storia di 10 mila anni. Sul suo territorio sono passati greci, i fenici, i persiani, i romani, gli arabi, i veneziani, i turchi e anche gli inglesi. L’isola è sempre stata un’importante nodo strategico e molti imperi se la sono contesa.
Cipro fu parte dell’impero romano d’oriente per circa 9 secoli. Nel 1191 l’isola venne conquistata dal re d’Inghilterra Riccardo I Cuor di Leone, che poi la cedette ai cavalieri templari. Questi a loro volta la cedettero a Guido di Lusignano, re di Gerusalemme. Nel 1489 l’isola finì sotto il controllo dei veneziani. Dal 1571 per 307 anni Cipro fu sotto il dominio turco. Dal 1878 l’isola fu occupata e amministrata dalla Gran Bretagna. Nel 1882 la Gran Bretagna dotò Cipro di una costituzione che prevedeva un Consiglio legislativo con 12 membri eletti (nove non musulmani e tre musulmani) e sei, designati dal governatore, tradizionalmente turco- ciprioti.
I sei membri turco- ciprioti si alleavano con i tre membri musulmani eletti e paralizzavano l’attività del Consiglio.
Sull’isola iniziò a crescere il sentimento di énois ( in greco “unione”), l’unione alla Grecia.
Nel 1914 la Gran Bretagna annetteva l’Isola di Cipro. Con il trattato di Losanna del 1923 l’annessione britannica di Cipro viene riconosciuta a livello internazionale.
La Chiesa ortodossa greco-cipriota appoggiava la causa di unificazione alla Grecia. Questa nel 1954 portò la questione di Cipro dinanzi all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, chiedendo l’autodeterminazione per gli abitanti di Cipro. Da parte delle Nazioni Unite non ci fu una posizione chiara viste le reticenze della Turchia.
Nacque nel 1995 l’organizzazione nazionale dei ciprioti combattenti che organizzò una serie di attentati contro le autorità britanniche.
I turco-ciprioti per contrastare l’aspirazione all’énois dei greco-ciprioti si organizzarono nel 1957 in “Organizzazione per la Resistenza turca” . I disordini continuarono.
Il compromesso di Zurigo Londra del febbraio 1959 gettò le basi per l’indipendenza dell’isola. Il 16 agosto 1960 nacque la Repubblica di Cipro. Il 1 dicembre dello stesso anno l’arcivescovo Makarios fu eletto presidente, vicepresidente un turco cipriota Kuechuek. Il vicepresidente turco-cipriota aveva potere di veto. Il governo era composto da sette ministri greco-ciprioti e tre turco-ciprioti.. Il parlamento monocamerale era diviso tra trentacinque greco-ciprioti e quindici turco-ciprioti.
Il 30 novembre 1963 Makarios propose a Kuechuek l’approvazione di 13 emendamenti alla costituzione, tra cui anche l’abolizione del diritto di veto della minoranza turca nell’organo legislativo. I turco-ciprioti intesero tutto ciò come una minaccia. Iniziarono nuovi scontri tra le due comunità.
Come risposta ai disordini l’Onu nominò un mediatore, con un mandato semestrale da allora sempre rinnovato, che organizzò una forza militare per il mantenimento della pace.
Nel frattempo sull’isola era ricomparso il comandante greco Grivas che continuò la sua azione terroristica contro i turchi-ciprioti, che nel 1967 vennero sterminati in gran numero. Grivas abbandonò l’isola.
Nel 1971 la giunta militare al potere ad Atene inviò di nuovo clandestinamente a Cipro il colonnello Grivas per favorire l’énois. Ma l’arcivescovo Makarios si dimostrò non favorevole a questa unione.
Il terrorismo si riaccese nel 1973 con attentati contro la comunità turco-cipriota e contro lo stesso Makarios, considerato ormai un traditore. Con l’Operazione Afrodite il 15 luglio 1974 Makarios fu costretto a fuggire.
Con il pretesto di difendere la minoranza turco-cipriota, di fronte a questa situazione di instabilità, la reazione di Ankara non si fece attendere ed il 20 luglio 1974 l’esercito turco sbarco nel nord di Cipro impossessandosi del 37% del territorio dell’intera isola. Da questa parte dell’isola furono scacciati 200.000 greco-ciprioti, che dovettero rifugiarsi nel sud. Il 16 agosto 1974 il settore occupato dai turchi si costituì in Stato autonomo federale turco-cipriota con a presidente Denktas.
Nel dicembre 1974 Makarios tornò sull’isola e assunse la presidenza della sola parte greco-cipriota.
I vari tentativi di pace tra le due comunità che si sono susseguiti negli anni anche sotto l’egida di vari mediatori internazionali e dell’Onu sono tutti naufragati.
Nel 2004 è stato indetto un referendum per il piano di riunificazione. La maggioranza dei votanti nella zona turca (64,90%) si è dimostrata favorevole, mentre la maggioranza dei votanti nella zona greca (75,83) si è dimostrata contraria.
A tutt’oggi la risoluzione della questione di Cipro rappresenta una pregiudiziale per l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea.
Dal 1 maggio 2004 Cipro è nell’Unione Europea nella sua interezza, anche se nella parte invasa e occupata dalla Turchia il governo non può esercitare la sua sovranità nazionale.
Ancora oggi tra le due repubbliche greco e turco-cipriota esiste una zona cuscinetto la cosiddetta “Buffer zone” controllata dai soldati delle Nazioni Unite. Questa missione di peace keeping sembra a tutt’oggi non aver fine.
Al centro di Nicosia, la capitale, è possibile accedere a piedi nella parte turca della città attraverso il varco doganale della Lidras Street nella Green Line ( linea di confine della Repubblica di Cipro).Tramite un altro varco doganale è possibile accedere con automezzi.
Per passare nella parte turca dell’isola è necessario il passaporto in corso di validità e richiede il visto.
L’Aeroporto internazionale di Nicosia è chiuso dal 1974. Qui arrivano i rifornimenti per i soldati delle Nazioni Unite. Gli unici aeroporti internazionali funzionanti sono quelli di Larnaka (nella parte sud) e Phapos (nella parte ovest).
Nella parte sud dell’isola esistono tre basi militari che sono territorio della Gran Bretagna.
Ad ottobre 2010 il presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek ha detto che sarebbe auspicabile vedere Cipro unita entro il 2012. In tale anno Nicosia avrà la presidenza di turno della Ue.
Se si troverà una soluzione duratura e concreta alla questione di Cipro allora forse l’Europa potrà dire di essere ancora più unita.
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