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Il Centenario del Sindacato Cronisti Romani

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 di Romano Bartoloni (Presidente del SCR) (foto)
 
Storia e biglietto da visita del Sindacato cronisti romani

Il Sindacato cronisti romani nasce il 5 agosto del 1910. Le cronache e i documenti dell’epoca raccontano che una sessantina di giornalisti dei quotidiani, “Il Messaggero”, “La Tribuna”, “Il Popolo romano”, “IL Giornale d’Italia”, “L’Osservatore romano”, “ Corriere d’Italia” e “Idea nazionale”, si riunisce in assemblea costituente in via Due Macelli 12 (tel 12-34), intorno a mezzogiorno, in stanze al pianterreno concesse da Costanzo Chauvet proprietario dell’omonimo palazzo e direttore de “Il Popolo romano” (ancora oggi il nome della testata appare in bella vista nel fronte dell’edificio). Il SCR si costituisce esattamente un anno dopo l’avvento della FNSI, la Federazione nazionale della stampa italiana che riunisce in un patto federale tutte le associazioni regionali e lo stesso gruppo specialistico dei cronisti. Abolito dal fascismo, il Sindacato cronisti romani si ricostituisce nel 1945 con l’entusiasmo e la voglia di rinascita che caratterizzano il periodo dell’immediato dopoguerra. 
Oggi è composto da 400 giornalisti/cronisti in rappresentanza di tutti i mass-media della città, carta stampata, radiotv, online. Ne fanno parte e ne hanno fatto parte generazioni di giornalisti che si sono fatti le ossa a tu per tu con fatti e misfatti di una città tutta particolare come Roma. 
La riunione in via Due Macelli si apre sulle ali dell’entusiasmo per la conquista di un posto al sole della cronaca cittadina. Proprio all’inizio di quell’estate trova una collocazione fissa, in genere in quarta pagina, con una propria testata di riferimento. “Il Messaggero” inaugura la pagina della “Cronaca di Roma” il 21 giugno 1910, con l’apertura dedicata “Ancora sulla malaria” e con altri titoli significativi “Gli impiegati e le elezioni amministrative”, “La festa degli ascolani”, “Il grave ferimento di via dell’Armata”. E sono le notizie di cronaca e le cronache giudiziarie dei grandi processi (allora non c’erano i patteggiamenti a sottrarli all’opinione pubblica) a decretare il successo dei giornali di una città all’avanguardia in Italia nel numero dei quotidiani stampati, e in particolare le fortune di tre: “La Tribuna” con 60mila copie, “Il Messaggero” con 45mila e “Il Popolo romano” con 35mila.
Quando scatta la censura fascista, la prima vittima è la cronaca. Ai fini della moralizzazione e dell’educazione delle masse, in altre parole con l’intento di cloroformizzare l’opinione pubblica, Mussolini in persona riduce le pagine dei giornali, ordina la smobilitazione della nera, niente più notizie su fattacci, suicidi, tragedie passionali, violenze e stupri contro minori, costringe la bianca a trasformarsi in esaltazione delle opere di regime.
La cronaca riscatta la ribalta con il ritorno della libertà, specialmente con la fine della grande stagione della stampa politica fra il 1945 e il 1947 e che caratterizza la nascita della Repubblica. Compaiono i giornali del pomeriggio/sera che stravincono la scommessa sulla cronaca. Nelle ore di punta, vanno a ruba con le grida degli strilloni (in galleria Colonna rimbombano stordenti le loro voci) che ingigantiscono con il gergo della fantasia i titoli di scatola dei quotidiani. Spiccano su tutti “Il Paese Sera”, “Il Giornale d’Italia” e “Il Momento Sera”.
Nonostante la dittatura delle immagini imposta dall’avvento della televisione, e nonostante la rivoluzione tecnologica senza uguali dall’epoca di Gutemberg, la cronaca conserva lo smalto di mestiere di punta del giornalismo, contribuendo, come nel caso di quella romana, alla crescita civile e democratica della comunità cittadina. Peraltro, non si diventa grandi giornalisti, né grandi direttori di giornali se non si è fatta la gavetta nella cronaca, non disdegnando il giro degli ospedali e dei commissariati. Cronisti sono stati Matilde Serao, Eduardo Scarfoglio, Pietro Ingrao,  Enrico Mattei, Orio Vergani, Silvio Negro, Emilio, Buzzati, Guido Piovene, Oriana Fallaci e tanti altri grandi maestri del giornalismo. Anche oggi i cronisti/romanzieri conquistano la ribalta letteraria come il collega di “Repubblica”, Massimo Lugli, finalista del “Premio Strega” 2009.

Programma delle manifestazioni del centenario 

E’ stata colta l’occasione per offrire ai romani, e non solo, una lettura della cronaca diventata storia attraverso 100 anni di cronache e la voce, la penna e le immagini di cronisti e di fotoreporter.
L’eccezionalità dell’evento ha avuto il patrocinio delle massime autorità dello Stato, della regione e della città, dei mass-media e degli esponenti  delle istituzioni e delle organizzazioni dei giornalisti, nonché sponsorizzazioni di alto livello.
Tra gli eventi più significativi:
- L’inaugurazione del ciclo delle manifestazioni per il Centenario del Sindacato Cronisti Romani in Campidoglio;
- La rassegna cinematografica al Cinema Trevi;
- Il Premio Internazionale di Arti Contemporanee “Un Fatto di Cronaca”;
- La mostra multimediale “Un secolo di click in cronaca di Roma” nel Museo di Roma in Trastevere;
- I giornalisti in difesa del primato della cronaca, dibattito nel museo di Roma in Trastevere;
- Magic Harp Band in Concerto per il Centenario, nel museo di Roma in Trastevere;
- Cronaca, canzone e poesia nella Roma di Zanazzo, nel museo di Roma in Trastevere;
- Prima del film “L'alibi violato” con dibattito,  nel museo di Roma in Trastevere.
La mostra “Un secolo di clic in cronaca di Roma - i cento anni del Sindacato cronisti romani con dedica ai fotoreporter” ha chiuso i battenti al museo di Roma in Trastevere il 6 febbraio, con un vero e proprio record : circa 10.000 visitatori.
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