OLAF - Scoperta truffa da oltre 50 milioni di euro nei confronti dell'Unione Europea

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di Carlo Felice Corsetti
“L’intensa cooperazione, proseguita per diversi anni, tra l’OLAF, la Commissione europea, le autorità giudiziarie italiane e la Guardia di Finanza, ha permesso di smantellare una sofisticatissima rete di frodi a danno del bilancio dell’UE destinato alla ricerca. Questo caso dimostra che, collaborando a stretto contatto con le autorità giudiziarie degli Stati membri, l’OLAF e la Commissione europea possono combattere con successo le frodi a danno del bilancio dell’UE”. 
Lo ha dichiarato il Direttore Generale dell'OLAF, Giovanni Kessler, con riferimento ad una indagine nata nel 2008 da una segnalazione dell’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode, che ha riguardato raggruppamenti transnazionali di enti ed imprese beneficiari di finanziamenti erogati direttamente dall'Unione Europea nel settore dell'innovazione tecnologica e della ricerca. 
L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato dalla GdF a Milano nei confronti di 23 soggetti. Le indagini, relative a 22 progetti finanziati dalla Commissione Europea in Italia, hanno consentito di contestare in quanto illecitamente percepiti circa 53 milioni di Euro.
Per ottenere il finanziamento era richiesto dal bando una partnership tra società di diversi Stati membri, alcune delle quali risultate essere fittizie ed aventi sede in Inghilterra, Francia, Grecia, Austria, Svezia, Slovenia e Polonia. 
Fra le attività delittuose emerse, la predisposizione di proposte con informazioni non veritiere, la rendicontazione di spese inesistenti o "gonfiate" con l'uso di falsa documentazione contabile di società italiane ed estere, alcune in realtà "scatole vuote", fino all'inserimento in rendicontazione quali "ricercatori" di soggetti inesistenti o ignari. 
I contributi Comunitari venivano distratti dagli indagati e destinati ad altri fini, mentre le attività di ricerca,che riguardavano i settori della sanità, della pubblica amministrazione, della sicurezza stradale e dell'università, sono risultate essere "fasulle" o prive di applicazione concreta.