Muscat, la capitale di uno stato da scoprire

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di Lorenzo Pisoni
Muscat,  la capitale dell’Oman, la città dalle mille sorprese. Questa è la capitale di uno  stato  molto lontano e poco abitato, ma pieno di ricchezze come  petrolio e gas naturali.
Porto commerciale, sul golfo omonimo, Muscat ha  un  popolazione di  880.200 abitanti. La città è molto estesa con un’area di 1500 Kmq. Qui ci sono comunque  distretti ad alta concentrazione residenziale e commerciale, collocati in tre settori principali: Muscat Ovest; Muscat  Centro; e Muscat Est.
La città è conosciuta fin dal II secolo. Circa 1.400 kg di franchincenso venivano trasportati ogni anno per nave dall'Arabia Meridionale alla Grecia, a Roma e nel Mediterraneo. Il centro di questo commercio era un luogo chiamato Khur Ruri, che i greci chiamavano "Muscat". L'esploratore portoghese Vasco da Gama, il primo straniero a Muscat, sbarcò nell'Oman sulla strada per l'India. Nel 1649, l'Imam Sul?an bin Sayf sconfisse i portoghesi e li cacciò verso est a Goa (India). Con le valenti navi da guerra catturate ai Portoghesi, l'Imam fondò un impero che si estendeva da Zanzibar a sud, a Gwadar in Pakistan ad est. Schiavi vennero fatti giungere da Zanzibar e dal Belucistan. Ciò dette un periodo di relativa stabilità e prosperità per Muscat e l'Oman.
Alla morte dell’Iman, nel 1679, la nazione fu dilaniata da lotte e ribellioni. Muscat venne invasa dai persiani nel 1737, anche se per poco, poiché A?mad bin Sa’id li sconfisse e venne successivamente eletto Imam. Nel 1803, i Wahhabiti dell'Arabia Saudita attaccarono l'Oman, ma vennero respinti da Sayyid Sa'id bin Sultan. Il sultano creò quindi una colonia nelle zone fertili di Zanzibar e in pratica governò l'Oman da un'isola straniera. Successivamente, nel 1853, il Sultano trasferì il titolo di "capitale" dell'Oman a Zanzibar. Iniziò così il declino delle fortune di Muscat e  dell’Oman.
Nel 1913, Taymur bin Faysal divenne Sultano e il territorio venne ribattezzato "Muscat  e Oman", con il Sultano che governava Muscat  e l'Imam che governava l'Oman. Dopo l'indipendenza indiana nel 1947, il Sultano, con l'aiuto dei britannici, sconfisse l'Imam e unificò gran parte dell'Oman, prendendo il controllo delle oasi di Buraimi.
Nel 1964 iniziò la guerra del Dhofar, per l'espulsione dei britannici dall'Oman. Sei anni dopo, l'Emiro Qabus bin Sa’id, figlio del Sultano Taymur, inscenò un colpo di palazzo e reclamò il trono. Il vecchio Sultano venne aiutato a  fuggire a Londra dalla Royal Air Force. Il colpo di Stato, portato avanti dall'Emiro Qabus con al suo fianco il suo amico e confidente Tim Landon, fu l'inizio di un nuovo e moderno sultanato. Il Sultano Qabus bin Sa’id istituì riforme sociali e territoriali, e benché in maniera autocratica, governò l'Oman con una visione liberale che vide un miglioramento complessivo degli standard educativi dei suoi cittadini, uno sviluppo culturale ed economico, e un consolidamento globale del sultanato.
Oggi a Muscat dominano la ricchezza e l’opulenza. La città è modernissima e dotata di strutture alberghiere all’avanguardia. L’attività economica principale a Muscat è il commercio. I prodotti tradizionali da esportazione sono datteri, madreperla, franchincenso e pesce. Molti suq della vecchia Muscat e di Mutrah vendono questi prodotti.
La prima cosa che si nota  nella città sono le fortezze di Mirani e Jalali, in pietra rossa, che si ergono come bastioni sopra la baia; non sono aperti ai turisti però è permesso fotografarli.
La grande Moschea, costruita nel 2001 per volere del Sultano, è una grandiosa costruzione di marmo bianco. L'interno è illuminato da un lampadario in cristallo Swarovski alto 8 mt. e con 1200 lampadine ed è ornato da un pregiato tappeto iraniano. Anche il Palazzo del sultano, circondato da stupendi giardini, merita una visita.
Nessun viaggio a Muscat è completo senza aver fatto spese nel più famoso souk della città, il Mutrah souk, dove si possono trovare oggettini in argento lavorati a mano, cibo locale e gioielleria.
Muscat ha un bellissimo lungomare chiamato corniche, dove è possibile fare una piacevole passeggiata godendo dei colori che questo paese riserva, dall’azzurro del mare al rosso della terra.
Ci sono due porti marittimi a Muscat, uno situato a Mina al-Fahal, che serve solo il distretto delle raffinerie del PDO (Petroleum Development Oman) e l'altro a Mina Qabus (Mutrah) il principale porto di Muscat ed è un importante hub commerciale tra il Golfo Persico, il subcontinente indiano e l'estremo oriente, con un volume annuo di 1,6 milioni di tonnellate. L'area di Muscat è ben servita da strade e da una autostrada che da nord attraversa Seeb e Ruwi. I trasporti pubblici lasciano molto a desiderare. Non ci sono ferrovie o reti di metropolitana in tutto il paese. Le due forme più popolari di trasporto pubblico sono i bus Baiza, che devono il loro nome a quello degli spiccioli del Riyal omanita, i baisa. Sono autobus molto economici, ma ne esistono anche di più costosi, che però non servono le vie più piccole, ma si mantengono sulle arterie principali. I bus Baiza al contrario percorrono sia le vie principali che quelle più interne della città. L'altra forma di trasporto è costituita dai taxi, che non hanno il tassametro. La tariffa viene concordata per contrattazione, anche se i tassisti solitamente aderiscono a regole non scritte per le tariffe di corse all'interno della città”.
Muscat ha una notevole popolazione di immigrati, principalmente lavoratori e lavoratori specializzati provenienti dal subcontinente indiano, dal Sudan, dall'Egitto e da altre nazioni del GCC.  Molti lavorano per il Pdo, prima citato (che vede come azionisti  Shell Oil e Partex e la sua produzione è stimata a circa 840.000 barili di petrolio al giorno), perno dell'economia di Muscat  fin dal 1962 ed è il secondo datore di lavoro della nazione dopo il governo, proprietario di tutti i servizi infrastrutturali.