Claudio Berlia: Le rêve d’un curieux

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di Giovanna Mellano
Le rêve d’un curieux una mostra e un libro-catalogo per un percorso artistico che Claudio Berlia ha intrapreso ispirandosi alla poesia di Charles Baudelaire e in particolare proprio a Il sogno di un curioso. 
Da sempre arte pittorica e poesia presentano legami e corrispondenze. Come nella poetica carica di visioni di Baudelaire, dalle opere di Berlia traspare un’eccitazione visiva che pare derivare da una rappresentazione istantanea tra coscienza e fantasia, arte e poesia: intuizioni, pensieri, sogni, immortalati nell’istante! Le opere appaiono come racconti, movimento, esprimono energia e trasmettono suggestioni. “E dunque bisogna fissarli, i sogni – scrive Mario Cordero sul catalogo – dar loro una consistenza solida. Diciamo pure la parola: farne arte”.
Arte espressa da una costruzione del bello attraverso il sogno, il sogno che ruota incessantemente intorno a una donna. E poi oggetti e pose ripetuti che diventano soggetti privilegiati attraverso l’estro dell’artista e le sue fotografie, i collage e la pittura. Pittura anche totale per certi paesaggi che Berlia ha voluto inserire nella mostra insieme alle sculture in polvere di marmo, gesso e colore.
Il sogno? È un motivo che trae la propria forza ispiratrice in Baudelaire ma anche dall’arte visiva del passato e contemporaneo. Si notano contaminazioni con le opere di Hieronymus Bosch o di Salvador Dalì, sogno soave ma anche ironico e talvolta erotico come in Si.no.bà 2 (2010). 
O con quell’ironia mai casuale e il connubio tra fotografia e pittura un po’ Bizantina e un po’ anni Settanta che ricorda Andy Warhol in particolare ne Le rêve d’un curieux del 2009 dove la sua musa appare incorniciata d’oro, oppure, nei divertissement con la Regina Elisabetta e con Napoleone Bonaparte.
Pur convinta che di fronte ad un’opera d’arte si provano sempre delle emozioni, tuttavia sorge anche la necessità di capirla, come dice John Constable: “Non vediamo niente veramente fino a che non lo capiamo”.
La sede della mostra è il complesso monumentale di San Francesco a Cuneo e il catalogo, edito da L’artistica editrice, ne presenta le opere esposte insieme alla biografia dell’artista e ad un racconto che Anilda Ibrahimi ha scritto appositamente.