Nella sentenza in commento, la Corte di cassazione, sentenza 14 febbraio 2022, n. 5117, ha affrontato un caso di colpa medica ex art. 589 c.p. relativo all’omicidio colposo di una paziente affetta da un melanoma maligno che veniva curata da una collega di studio della ricorrente con una terapia omeopatica ritenuta priva di alcun valore scientifico. Secondo la Corte di Cassazione, anche la condotta del medico, mentore di quello che ha avuto in cura il paziente, di consigliare, anche in sede di consulto congiunto, una terapia omeopatica per curare una patologia oncologica non può che integrare una condotta gravemente negligente e imperita dell’imputata, che non avendo mai sollecitato la paziente ad abbandonare immediatamente la medicina omeopatica per affidarsi a quella allopatica ha contribuito ad incidere casualmente sul decorso ingravescente della grave patologia. Secondo la Suprema Corte, infatti, risultava non contestabile che ove la paziente fosse stata indirizzata subito al ricorso alla medicina tradizionale, quando ancora non si era manifestato un quadro sintomatologico particolarmente allarmante, con altissima probabilità sarebbe stata ben altra, e migliore, la prognosi di sopravvivenza della vittima, oltre che della qualità della sua vita.
Source: Quotidiano Giuridico