La Russia versa i 117 milioni di dollari per pagare gli interessi sui suoi bond. Ma non si sa se i soldi finiranno ai creditori

La Russia avrebbe pagato regolarmente e in dollari le cedole da 161 milioni dovute oggi su bond governativi denominati nella valuta statunitense. “Il pagamento è arrivato alla banca americana di riferimento, che è titolare del nostro conto in valuta estera”, ha detto il ministro delle finanze russo Anton Siluanov. “Attualmente il pagamento è in fase di elaborazione e finora non abbiamo avuto indicazioni sul fatto che sia andato o meno a buon fine. Ma sappiamo che la banca è in contatto con l’Ofac e ci ha chiesto le informazioni necessarie sullo scopo del pagamento. Quindi stiamo aspettando informazioni dalla nostra banca”. Ieri l’agenzia di rating statunitense Fitch ha ribadito che un pagamento in rubli anziché in dollari (ipotesi prospettata da Mosca) avrebbe determinato l’avvio della procedura di default che prevede un “periodo di grazia” di 30 giorni. Data chiave sarà ora quella del prossimo 4 aprile quando arrivano a scadenza bond per 2 miliardi di dollari.

L’ammontare complessivo dei titoli governativi russi denominati in dollari è relativamente modesto, circa 40 miliardi di dollari. Ce ne sono altri 105 che fanno a capo a società per lo più a controllo pubblico. In testa il colosso del gas Gazprom, circa 30 miliardi, che di recente ha lanciato messaggi rassicuranti ai creditori. Debiti in dollari per alcuni miliardi di dollari a testa fanno capo a Russian Railways, Lukoil, Rosneft oltre che alla prima banca russa Sberbank. Non sembra che Mosca non sia al momento a corto di valuta estera. Le riserve della banca centrale russa, equivalenti a 640 miliardi di dollari sono in parte bloccate ma il paese incassa 800 milioni di dollari al giorno in fora di pagamento per l’export di gas, petrolio e carbone.

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