Nuovo piano sociale, Paglione: “Punto di non ritorno per il territorio dell’Alto Molise”

Il sindaco di Capracotta contesta la delibera di Giunta regionale che ha ridotto gli ambiti da 7 a 3


CAPRACOTTA. Nuovo piano sociale: è protesta in Alto Molise per la recente delibera della Giunta regionale. Dopo il sindaco di Agnone Daniele Saia, anche il primo cittadino di Capracotta contesta la scelta, ritenendola “un punto di non ritorno per le politiche sociali a favore del nostro territorio. Con la riduzione da 7 a 3 ambiti territoriali – sottolinea Candido Paglione – si compie un disegno nefasto portato avanti con pervicacia e testardaggine nonostante le richieste di fermarsi e riflettere sulle fragilità umane e territoriali esistenti, in modo particolare nel Molise Altissimo.

L’ATS di Agnone è, infatti, l’ultimo presidio rimasto al servizio delle persone più bisognose che vivono nel territorio più difficile e disagiato della Regione. E’ qui da noi che si registra il più alto indice di spopolamento e di invecchiamento della popolazione che acuisce le condizioni di marginalità sociale alle quali si affiancano le difficoltà a garantire lo stesso diritto alla salute. Non è una scelta lungimirante quella di privare il nostro territorio del centro organizzativo e decisionale locale, lasciando nell’incertezza le scelte per affrontare e superare le condizioni di fragilità sociale esistenti”.

Per Paglione “allontanare il luogo della programmazione e dell’organizzazione dei servizi non produce risparmi di spesa, ma soltanto l’accentramento delle decisioni con il rischio reale di aumentare l’esclusione sociale e le disuguaglianze territoriali.

Al contrario, in un momento difficile come quello che stanno vivendo le aree interne, sarebbe auspicabile una organizzazione più vicina ai luoghi dove sono richiesti gli interventi proprio per affrontare nella maniera giusta tutte le problematiche esistenti.

Non a caso Papa Francesco più volte aveva richiamato l’attenzione della politica al tema della ‘cultura dello scarto’, riferendosi anche alle forme di esclusione sociale e di iniquità, viste come grave attentato agli stessi diritti fondamentali dei cittadini che, invece, dovrebbe essere ugualmente esigibili in ogni territorio, anche in quelli più marginali.

Dispiace dover prendere atto di questa scelta che non è altro che una forma estrema di accanimento nei confronti del nostro territorio e delle nostre comunità, nonostante non esista alcun obbligo di legge che impone di far coincidere gli ATS con i Distretti Sanitari esistenti”.

La fraterna

Source: Isernia News