Una bordata a Joe Biden e un’altra alla Nato. Non solo: anche una presa di posizione sull’invio delle armi all’Ucraina, che di fatto – sostiene – vuol dire essere in guerra. Silvio Berlusconi torna a sorpresa su un palco per un’iniziativa di Forza Italia e prende posizione sull’invasione da parte della Russia. Dopo la condanna, piuttosto freddina, dell’operazione militare del suo “amico” Vladimir Putin, l’ex presidente del Consiglio critica i leader occidentali e dispensa consigli a modo suo sulla tattica per spingere il capo del Cremlino alla trattativa.
“Non abbiamo leader nel mondo, non abbiamo leader in Europa”, è l’incipit del suo ragionamento. “Un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra e ha detto che doveva andare via dal governo russo”, dice riferendosi chiaramente al presidente degli Stati Uniti Biden. Quindi passa a Jens Stoltenberg: “Un altro, segretario della Nato, ha detto che l’indipendenza del Donbass non sarebbe mai riconosciuta”. Le conseguenze? “Con queste premesse il signor Putin è lontano dal sedersi a un tavolo”, sintetizza il leader di Forza Italia.
La guerra, aggiunge, “continuerà”. E quindi, sul fronte della politica interna, fa eco a Giuseppe Conte e, nel giorno in cui Matteo Salvini incontra Mario Draghi e poi chiede di rivedere la strategia di sostegno all’Ucraina, Berlusconi sembra andargli dietro: “Siamo in guerra anche noi perché gli mandiamo le armi, adesso dopo le armi leggere mi hanno detto che gli mandiamo carri armati e cannoni pesanti, lasciamo perdere, cosa significa tutto questo? – si chiede – Che avremmo dei forti ritorni dalle sanzioni sulla nostra economia e ci saranno danni ancora più gravi in Africa e allora è possibile che si formino delle ondate di profughi e questo è un pericolo derivante dalla guerra in Ucraina”.
La ricetta dell’ex presidente del Consiglio per una de-escalation? “Bisogna pensare a qualcosa di eccezionale per far smettere a Putin la guerra”. E rilancia il suo vecchio cavallo di battaglia della difesa comune europea: “Dal 2002 ho chiesto all’Europa di darsi una voce sola in politica estera e una forza armata comune. Oggi sommando i 27 Paesi spendiamo 400 miliardi di lire all’anno. Con una forza comune si diventava una potenza militare mondiale – conclude – Ora non contiamo nulla nel mondo, io insisto ora che sono nel Ppe, perché ci sia una politica estera e di difesa comuni”.
L’articolo Guerra Russia-Ucraina, Berlusconi: “Siamo in guerra anche noi perché mandiamo le armi”. E critica Biden e Nato: “Così Putin non tratta” proviene da Il Fatto Quotidiano.
Source: Il Fatto Quotidiano