'Rispetto' tra le tracce, per la Treccani è la parola del 2024

AGI- ‘Rispetto‘ è la parola dell’anno. È una delle tracce proposte alla prima prova dell’esame di maturità e invita i ragazzi a lavorare sul testo di Riccardo Maccioni pubblicato sul quotidiano Avvenire nel dicembre scorso. Ed è stato proprio a metà dicembre che l’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, nell’ambito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, aveva scelto ‘rispetto’ come parola dell’anno per il 2024, per la “sua estrema attualità e rilevanza sociale”.

Il Dizionario dell’italiano Treccani definisce il rispetto come un “sentimento e atteggiamento di stima, attenzione, riguardo verso una persona, un’istituzione, una cultura, che si può esprimere con azioni o parole”. “Questa parola – avevano spiegato Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani – dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico, fin dalla prima infanzia, e poi diffondersi nelle relazioni tra le persone, in famiglia e nel lavoro, nel rapporto con le istituzioni civili e religiose, con la politica e con le opinioni altrui. Il termine rispetto, continuazione del latino respectus, va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale”.

“È molto significativo – avevano sottolineato Della Valle e Patota – che le espressioni della lingua italiana che contengono questa voce siano numerosissime: da avere rispetto per qualcuna, qualcuno o qualcosa a mancare di rispetto, da di tutto rispetto a col rispetto dovuto, via via fino alla formula “con tutto il rispetto”, purtroppo usata spesso impropriamente nella polemica politica come premessa di attacchi verbali aggressivi, offensivi e violenti, o all’espressione uomini di rispetto, tristemente nota per aver indicato gli affiliati alla mafia”.

Una parola citata milioni di volte, ora a proposito ora a sproposito. La scelta dell’Osservatorio della Lingua Italiana Treccani, diretto da Della Valle e Patota, di indicarla come parola dell’anno intende sottolineare da una parte la necessità di un suo uso semanticamente e civilmente corretto, dall’altra la sua funzione indicatrice di un valore da condividere nella società civile: per rispetto delle persone, delle istituzioni, delle diverse culture, dell’ambiente e di tutti gli esseri viventi”. Oggi, la sfida per i maturandi, di ragionare e scrivere su questo tema. 

Source: Agi