Per dieci anni l’Italia ha promesso di raggiungere il 2% del PIL per la Difesa, come richiesto dalla NATO. Dopo rinvii e contorsioni contabili, nel 2024 l’obiettivo è stato ufficialmente rimandato al 2028. Ma nel frattempo, a sorpresa, è comparso un nuovo traguardo: il 5%. Non subito, ovviamente. Tra dieci anni. E con una formula inclusiva che somma spesa militare, sicurezza interna e resilienza civile.
Una svolta storica o solo un esercizio di marketing politico?
Come si finanzia una simile ambizione in un paese con debito alle stelle e servizi pubblici in affanno?
È davvero possibile rafforzare la Difesa senza sacrificare ulteriormente sanità, scuola e welfare?
E soprattutto: chi lo decide? Chi ne trae vantaggio? E chi paga?
Ne parleremo mercoledì 2 luglio alle 21.00 con due ospiti d’eccezione: il generale Antonio Li Gobbi che da tempo mette in guardia contro l’illusione delle “percentuali magiche”, e l’onorevole Alberto Pagani, voce autorevole della politica di difesa italiana.
Affronteremo il cuore del problema: servono davvero più fondi o servono spese più intelligenti?
L’Italia deve spendere di più o deve spendere meglio?
E in un contesto europeo frammentato, dove ogni Stato difende il proprio “orticello strategico”, ha senso rincorrere numeri senza una visione condivisa?
Il 5% per la Difesa è il segnale di un risveglio strategico o l’ennesimo annuncio senza copertura?
È una risposta a minacce concrete o un gesto di fedeltà atlantica?
È la base di un’Europa più autonoma… o il prezzo da pagare per rimanere nella scia di Washington?
Mercoledì 2 luglio, ore 21.00 – (canali YouTube, Facebook e X) – non mancate. Le cifre sono note, le vere domande (ancora) no.
Source: difesaonline.it