Per anni, la cooperazione tra Stati Uniti e India nel settore difesa è rimasta confinata a esercitazioni congiunte, vendite di armamenti e dichiarazioni di intenti. Ma il 2025 segna un cambio di passo. Il 1° luglio, a Washington, il segretario alla Difesa statunitense Pete Hegseth ha incontrato il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar per rilanciare una partnership strategica che punta, stavolta, a un obiettivo concreto e dirompente: lo sviluppo condiviso di tecnologie autonome militari. Il cuore di questa nuova fase è ASIA, la Autonomous Systems Industry Alliance.
Annunciata ufficialmente nel febbraio scorso dai leader dei due Paesi, ASIA rappresenta la prima piattaforma industriale congiunta tra Washington e Nuova Delhi nel campo dei sistemi senza pilota, marittimi e aerei, e delle soluzioni di difesa basate su intelligenza artificiale. L’obiettivo non è solo rafforzare le capacità militari dell’India o aumentare la penetrazione industriale statunitense: si tratta di un passo strategico nella ridefinizione degli equilibri di potenza nell’Indo-Pacifico, con una visione condivisa di contenimento delle minacce emergenti, Cina in primis.
ASIA nasce con una struttura mista: è una piattaforma governativa-industriale, in cui aziende come la statunitense Anduril Industries e l’indiana Mahindra Group collaborano sotto l’ombrello istituzionale del Dipartimento della Difesa USA e del Ministero della Difesa indiano. Il coinvolgimento del MoD indiano è stato ufficializzato anche in una telefonata tra Hegseth e il ministro della Difesa Rajnath Singh, avvenuta il 1° luglio, in cui è stata ribadita la volontà comune di rafforzare la cooperazione nei settori chiave dell’innovazione militare, tra cui proprio i sistemi autonomi.
La partnership è già operativa su progetti relativi a veicoli subacquei autonomi, sensori anti-drone e software di comando distribuito. La peculiarità di questa alleanza è che non si limita al trasferimento tecnologico, ma promuove co-sviluppo e co-produzione, anche sul suolo indiano, in linea con l’iniziativa “Make in India” del governo Modi.
Per gli Stati Uniti, ASIA è uno strumento per bilanciare la presenza cinese nella regione, rafforzare un partner affidabile e creare nuove filiere industriali che aggirino le vulnerabilità logistiche globali. Per l’India, significa accedere a capacità tecnologiche avanzate e ridurre progressivamente la dipendenza storica da forniture russe.
Le reazioni non si sono fatte attendere. La Cina osserva con crescente preoccupazione l’integrazione tecnologica tra India e USA, temendo che possa alterare l’equilibrio regionale. L’Europa, invece, si muove in modo più sfumato: alcuni Paesi, come la Francia, tentano di rafforzare a loro volta i legami industriali con l’India, mentre Bruxelles guarda all’iniziativa come stimolo per accelerare lo sviluppo di una propria autonomia strategica nel settore AI e droni.
ASIA, quindi, è molto più di un accordo commerciale o tecnologico: è un tassello di una nuova architettura di sicurezza nel XXI secolo. Un’architettura in cui l’autonomia tecnologica, la resilienza industriale e la velocità di adattamento sono le nuove parole d’ordine. E in cui le alleanze non si misurano più solo su basi ideologiche, ma sulla capacità di co-creare potere tecnologico.
Foto: U.S. DoD
Source: difesaonline.it