La sicurezza dei sottomarini

Ha preso il via, presso la scuola sommergibili della marina militare, la sesta edizione del corso NATO Coordinator Rescue Force (CRF), in programma dall’8 al 18 luglio. Si tratta di un appuntamento di assoluto rilievo nel panorama della sicurezza subacquea internazionale, finalizzato a formare ufficiali altamente qualificati nella gestione di emergenze complesse connesse a sottomarini in caso di sinistro marittimo.

Il corso è stato aperto congiuntamente dal contrammiraglio Francesco Milazzo, comandante dei sommergibili della marina militare (MARICOSOM), e dal rear admiral Bret Grabbe, comandante dei sottomarini della NATO (COMSUBNATO). Entrambi hanno evidenziato il valore strategico dell’iniziativa, che si inserisce in un più ampio sforzo di cooperazione e interoperabilità tra le marine dotate di capacità subacquee.

Nel suo intervento, l’ammiraglio Milazzo ha sottolineato come la dimensione subacquea rappresenti oggi un ambiente operativo cruciale, in cui coesistono interessi strategici, tecnologici ed economici. In particolare, ha richiamato l’importanza della tutela delle infrastrutture critiche sottomarine – come cavi digitali e condotte energetiche – divenute snodi vitali per la sicurezza economica e la stabilità geopolitica.

«Essere pronti a reagire in modo tempestivo e coordinato a un’emergenza non è un’opzione, ma un dovere», ha affermato l’ammiraglio, sottolineando anche l’ambizioso percorso di ammodernamento intrapreso dalla marina militare, che include l’acquisizione della nuova nave di soccorso a sottomarini, Nave Olterra, e del sistema Submarine Assistance Ventilation Equipment and Rescue (S.A.V.E.R.), sviluppati dall’industria nazionale e pienamente interoperabili con assetti alleati.

Il rear admiral Grabbe ha posto l’accento sul ruolo centrale delle relazioni umane e della fiducia reciproca. «Il vero successo nelle operazioni di soccorso – ha dichiarato – non risiede solo nella tecnologia, ma nella capacità di parlare una lingua operativa comune e di agire insieme con prontezza, anche nelle condizioni più critiche». Ha inoltre ricordato l’esperienza vissuta durante l’esercitazione internazionale Dynamic Monarch, che ha dimostrato come, grazie alla formazione e alla cooperazione sviluppate nel CRF, squadre provenienti da diversi continenti siano state in grado di operare congiuntamente in tempi rapidi ed efficacemente.

Il programma formativo del corso prevede due settimane di attività intensiva, articolate in moduli teorici, esercitazioni pratiche e scenari simulati. La formazione è condotta da istruttori della marina militare e da esperti dell’ISMERLO (International Submarine Escape and Rescue Liaison Office), organismo della NATO responsabile del coordinamento delle operazioni di salvataggio. Le lezioni affrontano tematiche che spaziano dalle capacità di intervento nazionali e multinazionali, alla gestione della comunicazione pubblica, fino agli aspetti psicologici legati al supporto ai superstiti e ai familiari degli equipaggi.

L’edizione 2025 ha registrato la partecipazione di ufficiali provenienti da nove marine: Argentina, Canada, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti, a conferma della dimensione globale del corso e dell’impegno condiviso verso una sicurezza subacquea realmente cooperativa.

La scuola sommergibili di Taranto, che accoglie il corso fin dalla sua istituzione, si conferma un centro di eccellenza per la formazione specialistica nel settore subacqueo e un presidio fondamentale nella diffusione di una cultura condivisa della sicurezza, basata su competenza tecnica, interoperabilità e cooperazione internazionale. Il corso rappresenta, edizione dopo edizione, un tassello essenziale nella costruzione di una rete integrata, sia operativa che umana, capace di affrontare con tempestività, professionalità e spirito di squadra le emergenze più complesse nella dimensione subacquea.

Source: difesaonline.it