Europa - News and Society

European News Portal

  • Full Screen
  • Wide Screen
  • Narrow Screen
  • incrementa grandezza carattere
  • Default font size
  • Riduci grandezza carattere

La Fao punta alla blu economy per riportare in armonia l’ecosistema

E-mail Stampa PDF


di Giovanna Mellano
Mentre in tutto il mondo si fanno accordi per la pesca, e si creano norme a valenza anche internazionale come il Codice di comportamento per una pesca sostenibile o come le regole per la gestione della cattura del tonno, scoppia la polemica contro i pescherecci cinesi, sempre più numerosi e attivi negli oceani. In Asia e in Africa innanzitutto, ma pure in Oceania, America del Sud e Centrale, e in Antartide si riforniscono spesso infrangendo i vincoli imposti nelle zone di pesca interessate.
La risorsa ittica marina e l’acquacoltura, secondo i dati Fao, apportano il 15% delle proteine animali a circa 3 miliardi di persone nel mondo e impiegano oltre 200 milioni di lavoratori. Allo stesso tempo gli oceani svolgono un ruolo di vitale importanza anche per il pianeta: assorbono oltre il 25% dell’anidride carbonica e come ha dichiarato Graziano da Silva, direttore generale della Fao – a Samoa il 12 aprile scorso, al 10° meeting della Fao tra i ministri dell’Agricoltura dei Paesi del Pacifico Sud-Occidentale – “il cambiamento climatico è diventato una questione di sopravvivenza, proprio come la fame”.
Il Pacifico Sud-Occidentale è un’area particolarmente vulnerabile a tempeste, inondazioni, scarsità d’acqua e alle conseguenze delle gestioni della pesca e delle foreste. “Non c’è green economy senza blu economy – ha spiegato Graziano da Silva – per la quale lo sviluppo sostenibile degli oceani e della risorsa marina sono una priorità”. Inoltre secondo i dati Fao, nell’area del Pacifico i tre quarti degli adulti muoiono a causa della malnutrizione o delle malattie ad essa collegate.
Il direttore generale ha sottolineato quanto si sia fatto sin’ora per combattere la fame nel mondo, ma quanto ancora si debba fare per la sicurezza alimentare e la qualità nutrizionale. Ha poi aggiunto che ogni territorio ha una varietà di prodotti agricoli che in passato erano coltivati e usati come alimenti e che vanno rivalutati in quanto possiedono caratteristiche benefiche per la salute umana. Anche le risorse agroalimentari difficilmente commercializzabili nel contesto mondiale possono incrementare l’economia delle regioni in maniera rispettosa dell’ambiente, delle persone e quindi sostenibile per l’intero ecosistema.

You are here