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Quale futuro per la cultura?

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di Simona Corsetti
La ricetta per uscire dalla crisi risiede inevitabilmente in un’apertura agli investimenti dei privati? Se ne è discusso a Roma in occasione del Convegno organizzato dalla Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali.
Un convegno di grande interesse sul tema “Il futuro dei Beni Culturali tra pubblico e privato”, ha avuto luogo a Roma nella ex Chiesa di Santa Marta dal 25 al 27 giugno, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. 
Gli incontri hanno ospitato il confronto tra responsabili istituzionali, rappresentanti del mondo della cultura, dell’imprenditoria, della finanza e studiosi, per approfondire le modalità per una corretta e fruttuosa collaborazione tra pubblico e privato, per la conoscenza, la valorizzazione, la fruizione e la gestione del patrimonio culturale. La prima sessione ha visto in apertura l’intervento di Francesco Sisinni (già direttore generale del MiBAC) e di Maddalena Ragni (Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle arti, l’Architettura e l’Arte contemporanee). A parlare di tutela e fruizione, tra gli altri, l’architetto Antonia Pasqua Recchia (segretario generale MiBAC) e Louis Godart (consigliere del presidente della Repubblica per la conservazione del patrimonio artistico); il delicato tema del rapporto tra pubblico e privato ha riguardato gli interventi di personalità come Anna Maria Buzzi (direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale del MiBAC), Umberto Broccoli (soprintendente dei bani culturali di Roma Capitale) e Vittorio Sgarbi (critico d’arte). 
L’iniziativa è stata pianificata dalla Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali, organizzazione non governativa senza fine di lucro, d’interesse nazionale e internazionale. Presente sul territorio italiano con Sezioni regionali e Delegazioni provinciali, è costituita da volontari ed è parte integrante della Lega Internazionale delle Società per la Protezione dei Beni Culturali (Svizzera, Austria, Germania, Polonia, Spagna). L’associazione, attraverso convegni, dibattiti su tematiche attinenti i beni culturali, e incontri soprattutto con le scuole di ogni ordine e grado, cerca di qualificare la coscienza collettiva sensibilizzando l’opinione pubblica al rispetto ed alla salvaguardia dell’ immenso patrimonio culturale italiano da qualsiasi rischio, per evitarne il depauperamento ed assicurarne il trasferimento integro alle future generazioni. Purtroppo sono molte le questioni poste con grande urgenza in un momento di continui tagli al mondo della cultura, che peggiorano una situazione già esasperata dalle difficoltà di budget in cui si trovano a dover lavorare gli operatori del settore. Di qui la domanda sempre più ricorrente sulla gestione dei beni culturali: più pubblico o più privato? Quali le migliori modalità? Qualche risposta è stata data, e i lavori si sono conclusi con una risoluzione che ha condensato i vari contributi in una proposta strategica, rivolta agli enti istituzionali preposti al settore.
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