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Il futuro della diplomazia europea

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Roma 20 ottobre 2010 - “Una serata da ricordare” questo il commento che circolava fra i giovani che affollavano il Salone delle Conferenze della S.I.O.I. per la sessione di Diplomacy dedicata al futuro del Servizio di Azione dell'UE, organizzata dalla stessa S.I.O.I. in collaborazione con la rivista informatica Gli Euros. La discussione, animata dagli amba­­­sciatori Ettore Sequi e Maurizio Massari,  si è concentrata sulla nuova diplomazia europea guidata da Catherine Ashton, ai suoi primi passi. A introdurre l’argomento una attenta disamina svolta dal dott. Raffaello Matarazzo, ricercatore dell’Istituto Affari Internazionali, che si è interrogato sulla estensione del mandato, sulle politiche di sviluppo, aiuto umanitario e allargamento, e sulle fonti di finanziamento del nuovo servizio europeo. Anche dalle parole della professoressa Federiga Bindi è apparso inoltre evidente che c’è ancora molto che deve essere deciso a Bruxelles, a partire dai budget, dalla selezione del personale e dalla responsabilità verso il Parlamento e i cittadini. Come si riuscirà a sormontare gli ostacoli? L’impressione è che qualsiasi operativa verrà scelta, c’è ancora bisogno di un forte sostegno politico che ancora non si riesce a intravedere. Le domande  poste da diversi giovani aspiranti diplomatici possono essere sintetizzate nel quesito: che cosa c'è in gioco, e perché i negoziati con il Consiglio e la Commissione sono così difficili? La risposta sta nella complessità di una politica estera e di sicurezza, Europea finalmente comune.
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