Capotasto della chitarra: come sceglierlo, installarlo e regolarlo senza intoppi

Il capotasto è uno dei componenti più piccoli della chitarra, ma il suo ruolo è fondamentale: influenza intonazione, suonabilità e timbro dello strumento.
Sottovalutarlo significa rischiare di compromettere l’intera esperienza musicale, sia per chi suona da anni sia per chi è alle prime armi.

Come scegliere il capotasto

Scegliere il capotasto giusto non è solo una questione estetica o di marca, ma di compatibilità tecnica con lo strumento e con le proprie esigenze esecutive.

Fattori da considerare:

  • Tipo di strumento: ogni chitarra ha uno slot specifico per il capotasto, con le sue forme e misure specifiche. Montare un capotasto non compatibile può creare problemi di tenuta e trasmissione delle vibrazioni. Informatevi bene prima sulla scheda tecnica del vostro strumento.
  • Larghezza e spaziatura tra le corde: è fondamentale verificare l’intercorda, cioè la distanza tra le corde sul capotasto, per evitare che risultino troppo interne o troppo vicine al bordo tastiera.
  • Lubrificazione: alcuni capotasti moderni incorporano materiali autolubrificanti (grafite o Teflon) per evitare l’attrito delle corde negli slot e garantire una maggiore stabilità d’accordatura.
  • Estetica e filosofia costruttiva dello strumento: strumenti con caratteristiche vintage possono richiedere capotasti dal look più tradizionale, mentre le chitarre moderne possono beneficiare di soluzioni più tecnologiche.

Il suono del capotasto a seconda dei materiali

Il materiale del capotasto incide direttamente sul timbro dello strumento, in particolare nella trasmissione delle vibrazioni dalle corde al manico.

Confronto tra materiali:

  • Osso: offre un suono definito e rotondo, ottima trasmissione delle frequenze. È un materiale tradizionale, ma può presentare variazioni interne dovute alla sua origine organica.
  • Corno: simile all’osso ma con un suono più ovattato. Anche in questo caso, la struttura interna può variare da pezzo a pezzo.
  • Avorio sintetico (Tusq): materiale composito sviluppato per eliminare le imperfezioni dei materiali organici. Ha una trasmissione cristallina del suono, omogeneità e prestazioni costanti.
  • Grafite/Teflon: nei modelli autolubrificanti, garantisce minore attrito, utile per chi utilizza molto la leva del vibrato o cambia frequentemente accordatura.

Come installare il capotasto

Sostituire o montare un capotasto richiede precisione e attenzione. Si può partire da un capotasto grezzo o prelavorato.

Procedura passo passo:

  1. Verifica dello slot: controllare se lo slot del manico è dritto o arcuato per scegliere il capotasto compatibile.
  2. Preparazione: nel caso di un capotasto grezzo, occorrono strumenti specifici:
    • Lime per capotasto
    • Regoli per spessore e distanza slot
    • Carta abrasiva su supporto rigido
  3. Sagomatura:
    • Abradere le superfici laterali, frontale, posteriore e inferiore per adattare perfettamente il capotasto allo slot.
    • Attenzione all’altezza: se troppo alto, lo strumento diventa scomodo da suonare in prima posizione; se troppo basso, si rischiano ronzii o tasti falsi.
  4. Inserimento progressivo:
    • Allentare le corde.
    • Provare l’inserimento e verificare la posizione rispetto al primo tasto.
    • Ripetere la limatura fino alla corretta altezza.
  5. Controllo della sede delle corde:
    • Le corde devono sporgere leggermente dallo slot, soprattutto le più grosse, per evitare incastri e attriti.

Una volta sagomato correttamente e adattato allo slot, il capotasto viene fissato in modi diversi a seconda dello strumento e della scuola di liuteria, ma in generale:

  • In molti casi viene semplicemente incastrato a pressione, con una tolleranza molto precisa. La tensione delle corde contribuisce a mantenerlo in posizione, ma non è l’unico fattore che ne garantisce la stabilità.
  • Spesso si utilizza anche una minima quantità di colla, applicata solo sulla parte inferiore o posteriore del capotasto, non strutturale: serve solo a evitare che si muova durante l’installazione delle corde o eventuali interventi futuri.
  • La colla utilizzata è generalmente vinilica o a base animale, comunque reversibile, per facilitare la rimozione del capotasto in caso di sostituzione o regolazioni successive. Alcuni liutai usano addirittura una goccia di cianoacrilato (tipo Super Attak), ma fate molta attenzione, solo se prevedono comunque di poterlo rimuovere senza danni, altrimenti rischiate dei danni che seppur piccoli e non visibili, non sono mai da sottovalutare.
  • È fondamentale NON esagerare con la colla (basta una goccia), perché il capotasto deve poter essere sostituito facilmente senza rischiare di danneggiare il manico o la verniciatura.

In sintesi, il capotasto non va “incollato” in senso stretto come una parte permanente, ma appoggiato in modo preciso e stabilizzato con un fissaggio leggero, sufficiente a garantire solidità e facilità di rimozione.

Come regolare il capotasto

Anche un capotasto ben installato può richiedere una regolazione fine delle sedi delle corde, soprattutto se si parte da un modello grezzo.

Procedura con strumenti di precisione:

  1. Misurazione dell’altezza del primo tasto:
    • Usare un calibro per individuare l’esatta altezza.
  2. Scelta dello spessore di riferimento:
    • Utilizzare spessori calibrati (come i Grubar della giapponese Osco) corrispondenti alla quota desiderata.
  3. Posizionamento dello spessore:
    • Appoggiare il segmento metallico davanti al capotasto come riferimento per la limatura.
  4. Limatura delle sedi con lime diamantate:
    • Usare lime dello spessore esatto della corda.
    • Procedere finché la lima non tocca il segmento metallico.
    • Questo impedisce di andare “sotto quota” e assicura una regolazione precisa e ripetibile.

Una regolazione fatta in questo modo garantisce intonazione stabile, comfort di esecuzione e nessun attrito indesiderato.

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Source: Musicoff