Una chitarra mancina che ha riscritto il rock, una carriera breve quanto fulminante e un’eredità ancora viva nei palchi e negli studi di mezzo mondo: Jimi Hendrix. La luce che brilla il doppio dura la metà è il nuovo volume di Luca Garrò, pubblicato nella collana Ritmi da Diarkos, che ricostruisce con cura la parabola umana e artistica di uno dei musicisti più influenti del Novecento.
Oltre la leggenda psichedelica
Chi era davvero Hendrix? Un ragazzo schivo di Seattle che, nel giro di pochi anni, ha trasformato la chitarra elettrica in uno strumento capace di evocare visioni mistiche e ribellioni urbane, tra wah-wah acidi, feedback controllati e assoli cosmici. Ma anche un simbolo: della controcultura, della libertà espressiva, di una sensualità musicale fuori dalle regole.
Secondo Garrò, il genio di Hendrix non risiedeva solo nella tecnica, ma nella capacità di essere il suono del suo tempo, facendolo esplodere e rifrangere in mille direzioni. Dalla folgorazione di Purple Haze ai vertici visionari di Electric Ladyland, l’artista statunitense ha sempre suonato come se fosse già domani.
Un viaggio attraverso palco, studio e anima
Il libro non si limita a una biografia cronologica. Dentro le 304 pagine si intrecciano la storia personale di Hendrix, il racconto dei concerti memorabili – da Monterey a Woodstock – e un’analisi attenta della sua strumentazione, dei metodi di registrazione e del suo rapporto con la dimensione spirituale del suono.
C’è spazio anche per gli incontri e le tensioni, come quello artistico con Bob Dylan o quello ben più problematico con l’FBI. E ci sono le voci di chi l’ha conosciuto o ne ha raccolto l’eredità, con interviste a Billy Cox, Steve Vai e John McDermott.
Un mosaico che non mitizza, ma tenta di restituire la complessità di un artista che è stato molte cose insieme: chitarrista, sciamano, icona e ferita aperta nella storia della musica.
Scrittura e memoria
Luca Garrò, autore esperto e già firma di libri su Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page, affronta il mito Hendrix con uno stile asciutto ma partecipato, supportato da anni di militanza nel giornalismo musicale. Non cerca colpi di teatro, ma lascia che a parlare siano le note, le testimonianze e i silenzi di un uomo che ha vissuto la musica come una necessità.
E proprio nella prefazione firmata da Enzo Gentile si trova forse la chiave più poetica del libro: “Jimi Hendrix ha reso la musica contemporanea, il rock e tutte le sue sfumature un giardino diverso, una giungla di suoni e colori inimmaginabili” .
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Source: Musicoff