Un bagno di folla che lo ha visto in formissima, per nulla appesantito come dicevano alcuni mesi fa quando il cantante si apprestava ad annunciare il suo ritorno dal vivo, ma soprattutto forte di quella carica di egocentrismo e autoironia che in questo momento lo rendono una delle poche vere superstar globali del pop.
Robbie Williams ha inaugurato il suo Britpop Tour, tutto ambientato negli stadi, con uno show esplosivo al Murrayfield Stadium di Edimburgo, davanti a oltre 70mila spettatori. Spettacolo sold out da mesi. Bagarini scatenati con ticket a peso d’oro, anche oltre le 2mila sterline per un semplice prato.
“Sono Robbie Williams, and you ass is mine for the next two hours…”
Il concerto ha segnato un ritorno in grande stile per l’artista britannico, pronto a riaffermare il suo status di icona pop di valore assoluto. Brani storici del proprio repertorio solista abbinati a sapienti scelte del periodo dei Take That, una band formidabile, un palco da luna park che Williams veste con disinvoltura in tutta la sua ampiezza. Uno show davvero straordinario, forse il migliore della stagione estiva 2025…
Dall’apertura con Rocket – brano inedito e simbolo di questa sua nuova fase artistica – fino al gran finale con Angels, il concerto ha unito ironia, classe e spettacolarità.
Ma il cuore dello show è stato, ancora una volta, la sua capacità di comunicare, di darsi al proprio pubblico senza riserve: “Siete la mia terapia – ha detto a un certo punto al pubblico scozzese – ogni volta che salgo su un palco e vi vedo di qui, mi ricordate perché amo questo lavoro.”
Un evento carico di emozione e momenti memorabili
In tribuna la moglie, Ayda Fields, sposata nel 2010, accanto a lei i quattro figli Theodora Rose (Teddy, 2012), Charlton Valentine (2014) Colette (Coco) Josephine (2018) e Beau Benedict (soprannominato Beethoven pare per le sue urla da lirico nella culla) sue con una tribuna VIP affollata dai soliti amici di sempre. Si parlava della possibile presenza a sorpresa di almeno un paio dei Take That. Ma il colpo di scena tanto atteso non c’è stato e francamente non se ne sentiva nemmeno il bisogno.
Lo spettacolo è stato scandito da una scaletta che ha abbracciato tre decenni di carriera: da Let Me Entertain You, tradizionalmente posizionato all’inizio, dopo che Williams si è calato dal tetto del palco al centro della scena, a una intensissima Feel passando per Kids e Come Undone. Spiccano anche alcuni brani che raramente Williams aveva proposto dal vivo, come Something Beautiful, e un paio di cover che non stonano affatto.
“Sto diventando vecchio, ma non sono male…”
Ma oltre alla musica, è stato il racconto personale a colpire di più: Robbie Williams ha parlato apertamente dell’invecchiamento, della salute dei suoi genitori, e della consapevolezza che arriva con gli anni che certe cose non solo non si possono più fare, ma diventano quasi ridicole…. “Ho 51 anni, la vita si sta facendo seria, ma non rinuncio a divertirmi,” ha confessato prima di interpretare My Way classico di Frank Sinatra al quale Robbie dice di essersi ispirato nel suo periodo Crooner.
Altra sorpresa della serata è stato – se mai – il duetto con Michelle McManus, vincitrice di Pop Idol, che lo raggiunge sul palco per cantare insieme un classico dei Take That come Relight My Fire. Un momento celebrato da tutto lo stadio, e che la stessa McManus ha descritto come “il momento più spaventoso della mia vita, molto peggio che avere cantato per il Papa”.
Robbie Williams, showman e terapeuta di se stesso
Più che una semplice serie di canzoni, il concerto si è trasformato in una seduta collettiva in cui Williams ha saputo alternare gag e confessioni con un rara capacità di gestione del pubblico. Il cantante ha scherzato sull’essere “uno dei pochi che possono ancora permettersi di essere un vero bastardo sul palco”, ricordando con umorismo i suoi eccessi del passato.
Ma tra una battuta e l’altra, è emersa soprattutto la sua natura di artista sensibile, capace di trasformare le proprie fragilità in spettacolo: “Voglio che questo tour sia un inno a chi è sopravvissuto a sé stesso – ha detto – tutti quanti i survivors là fuori nessuno escluso, me compreso. Ci sono momenti in cui mi guardo allo specchio e mi dico ‘cazzo sono ancora qua. E sono più vivo che mai’.
L’unica data italiana: Robbie Williams a Trieste
L’Italia potrà vivere la magia per una sola sera, il 17 luglio allo Stadio Nereo Rocco di Trieste, dove è prevista l’unica tappa nazionale di un tour che sarà molto esteso sconfinando anche nell’est per chiudersi a settembre ad Atene e Istanbul. L’evento, già sold out da settimane, rientra nel programma di una serie di eventi che accompagnerà Trieste e il Friuli Venezia Giulia verso un anno da protagonista quale Capitale Europea della Cultura.
Già si parla di una possibile estensione nei palazzetti che, stando alle richieste, dovrebbe durare non meno di un anno e mezzo e portare lo show in Asia, Estremo Oriente, USA e Sud America.
Un’occasione rara per vedere Williams in uno dei momenti più luminosi della sua carriera. Dopo il successo planetario del film Better Man oltre a un documentario Netflix e un un nuovo biopic in lavorazione, l’artista inglese cavalca l’onda con entusiasmo rinnovato: “Trieste sarà speciale – ha detto – ho un legame fortissimo con il pubblico italiano. Ogni volta che ci torno, sento di essere a casa.”
Robbie Williams, icona intergenerazionale
Nel pubblico del Murrayfield, volti di tutte le età: giovani fan informati dai racconti dei genitori cresciuti a pane e Take That , moltissimi coetanei di Robbie. È questo il tratto distintivo del performer: la capacità di unire generazioni diverse attraverso una musica che, tra pop, britpop e rock melodico, non ha mai perso smalto.
L’artista ha anche citato i The Lottery Winners, band support act che ha definito “la mia nuova band preferita del mondo”. Con loro ha duettato durante lo show, dichiarando: “Mi fanno sentire giovane di nuovo, mi ricordano quando avevo fame e sfrontatezza. E un po’ di pancetta pure.”
Tra i momenti più intensi lo spassoso segmento in cui svela una giostra che che racchiude un piccolo palco all’interno del quale insieme a coristi e musicisti il cantante propone alcuni dei suoi successi a contatto con il pubblico oltre al duetto con Michelle Mcanus. Dolcissimo il momento in cui dedica la sua She’s the One a una fan presa tra il pubblico, Debbie, di Dundee. Una scena che al pubblico di San Siro ricorderà una versione diventata virale di Strong cantata insieme a Chiara, salita insieme a lui sul palco in un segmento del tutto improvvisato.
La canzone Strong cantata da Robbie Williams allo stadio di San Siro insieme alla sua fan Chiara: era il 30 luRobbie Williams LiveRobbie Williams Liveglio 2013
Scaletta completa del concerto di Edimburgo
Rocket
Let Me Entertain You
All My Life / Song 2 / Seven Nation Army / Rim Tim Tagi Dim
Monsoon
Old Before I Die
Rock DJ
Love My Life
Strong
The Road to Mandalay
Supreme
Let Love Be Your Energy / Sexed Up / Candy
Relight My Fire (con Michelle McManus)
Something Beautiful
Millennium
Theme From New York, New York
Come Undone
Kids
She’s The One
My Way
Feel
Angels
Source: Sounds blog