C’è stato un momento esatto, ieri sera, in cui il tempo si è fermato. Succede verso le 21.08, quando Liam e Noel Gallagher compaiono insieme sotto le luci del Principality Stadium di Cardiff. L’uno accanto all’altro, camminano in silenzio verso il centro del palco.
Gli Oasis sono tornati. Nessun proclama, nessun discorso: solo un accordo di chitarra e l’attacco di Hello che segue la tradizionale sigla di apertura dei loro show, che proprio come durante il tour interrotto dopo una lite furibonda a Parigi, è la strumentale Fuckin’ in the Bushes.
Gli Oasis sedici anni dopo
Il pubblico – oltre 70mila persone – esplode in un boato che rimbalza tra le tribune e si dissolve nel cielo gallese. Era dal 2009 che i fratelli di Manchester non condividevano un palco. Sedici anni di silenzi, interviste al vetriolo, allusioni e sfottò a distanza. Fino a ieri, quando il miracolo finalmente si è compiuto: una reunion che in molti avevano smesso di aspettare, troppo convinti che l’orgoglio e il rancore tra i due fratelli più divisi e divisivi della storia del rock avessero scavato un solco insanabile. E invece no. A Cardiff, ieri, si è consumato un ritorno che più che musicale è stato culturale, generazionale, quasi epocale.
Una band ritrovata, tra memoria e visione
Insieme a Liam e Noel, sul palco anche volti storici come il bassista originale della band, Bonehead e Gem Archer. La band suona coesa, potente, come se il tempo non fosse mai passato. Le prime note di Morning Glory, Some Might Say, Cigarettes & Alcohol e Supersonic non sono solo classici, sono autentiche invocazioni. Le parole le conoscono tutti, dai cinquantenni che nel ’95 erano sotto ai palchi con le loro Clarks ai ventenni che hanno scoperto gli Oasis su Spotify e sono comunque molto numerosi non riducendo lo show a un fenomeno generazionale.
“Una serata speciale”
“Non ce ne siamo mai andati. Solo messi in pausa”, mormora Liam tra un pezzo e l’altro. Noel, più misurato, lascia parlare la musica e si limita al ruolo che ha sempre preferito, non frontman della band, ma chitarrista. La scaletta è una cavalcata trionfale di successi: ne mancano moltissimi per la verità, ma quelli che ci devono essere ci sono tutti. E gli Oasis li interpretano tutti insieme: persino quelle canzoni che nell’ultimo tour Liam non voleva cantare (Don’t Look Back in Anger) o non voleva nemmeno in scaletta… (Whatever).
Noel si prende la scena quando da solo accende una versione acustica di Talk Tonight rispettando tutte le partiture e gli assoli originali in modo maniacale.
Liam… scherza – ma non troppo – con il pubblico, polemizzando indirettamente con il secondary ticket che ha messo in vendita on line i biglietti a peso d’oro… “Avete ancora soldi in tasca? È vero che qualcuno ha magato 4mila sterline…?”
Noel invece parla pochissimo: solo in un’occasione ringrazia e quasi interrompe il fratello… “È semplice, questa è una serata speciale, davvero bella per fare in modo che tutto ricominci da capo”.
Cardiff, in ginocchio per i Gallagher
La sensazione è che Cardiff non sia stata solo una data inaugurale, ma un esperimento emotivo riuscito. C’è spazio per l’energia ruvida di alcuni classici ma anche per la malinconia sospesa di Cast No Shadow. Anche Don’t Look Back in Anger viene cantata a due voci.
La dedica di Noel a Diogo Jota, con un pensiero rivolto ai familiari del calciatore portoghese tragicamente scomparso, le cui immagini scorrono sui maxischermi, aggiungono una nota di umanità profonda alla serata durante Live Forever.
Niente conferenza stampa di presentazione, nessun incontro con i media. I due fratelli Gallagher salgono insieme sul palco, sottobraccio, ma separatamente se ne vanno: Liam a bordo di un SUV, Noel a piedi, raggiungendo gli spogliatoi a piedi. Oggi in giornata dall’account ufficiale della band un annuncio: “Insieme perché abbiamo bisogno l’uno dell’altro”, scrivono sotto un reel dello show di ieri.
In attesa degli Oasis in Italia
Lo show quest’anno non arriverà in Italia. Il tour mondiale precede 41 date già fissate tra Europa, America e Asia, biglietti polverizzati in pochi minuti, merchandising ridisegnato per l’occasione. Poi la speranza è che il, management della band li convinca a creare un ulteriore spin off. Moltissimi gli italiani che hanno annunciato trionfalmente di aver conquistato un biglietto per il tour più atteso del decennio. Mentre ieri, a Bari, Cesare Cremonini ha pagato il suo tributo a una band che lo ha ispirato molto suonando dal palco centrale del suo tour una bella versione di Cigarettes & Alcohol.
La reunion più attesa
Quella di Cardiff è stata un’autentica magia, a quanto pare propiziata dalla madre di Liam e Noel, la signora Peggy, e dal loro fratello maggiore, Paul.
I Gallagher sono notoriamente imprevedibili. Possono condividere un palco e il giorno dopo tornare a parlarsi via comunicati stampa. Cardiff, forse, è stato anche un test per loro stessi: una serata per capire se la ferita si è rimarginata davvero, o se è solo stata coperta da una gigantesca cerata rock’n’roll.
La scaletta
Alla fine, dopo oltre due ore di show e ventitré brani in scaletta, la band saluta in silenzio. Liam si limita a un “Grazie, siete stati fantastici”. Noel accenna un sorriso, fa un cenno col capo e la mano destra e si infila nella pancia del backstage.
Da oggi la magia si replica…
Setlist del concerto Oasis a Cardiff
- Fuckin’ in the Bushes
- Hello
- Acquiesce
- Morning Glory
- Some Might Say
- Bring It On Down
- Cigarettes & Alcohol
- Fade Away
- Supersonic
- Roll With It
- Talk Tonight
- Half the World Away
- Little by Little
- D’You Know What I Mean?
- Stand by Me
- Cast No Shadow
- Slide Away
- Whatever
- Live Forever
- Rock ‘n’ Roll Star
BIS
- The Masterplan
- Don’t Look Back in Anger
- Wonderwall
- Champagne Supernova
Source: Sounds blog